Dodici persone rinviate a giudizio per disastro colposo, deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, pericolo di inondazione, falso ideologico. I capi di imputazione formulati dal pm di Salerno Carlo Rinaldi, secondo quanto riporta l’edizione online de “Il fatto quotidiano”, riguardano dirigenti e funzionari comunali, i direttori dei lavori e i rappresentanti legali delle imprese esecutrici di piazza della Libertà e del Crescent. La Procura si è soffermata sulla deviazione del torrente Fusandola compiuta nell’ambito del progetto. Deviazione considerata abusiva perché effettuata in violazione della normativa di riferimento e dell’autorizzazione idraulica prevista dall’art. 93 del regio decreto n. 523/1904. I lavori avrebbero modificato il regime idraulico del torrente, riducendone la pendenza allo 0,3 per cento, incrementando il pericolo di inondazione in corrispondenza del tratto iniziale dell’alveo tombato all’altezza di Via Fusandola.
Proprio nei giorni scorsi, in occasione dell’intensa perturbazione che si è abbattuta sul territorio, in Via Fusandola il torrente si è trasformato in una cascata destando preoccupazione nei residenti. Il torrente Fusandola ha causato la tragica alluvione di Salerno della notte del 25-26 ottobre 1954, con oltre 100 vittime ed è stato conseguentemente vincolato dallo sbocco alla foce con specifico decreto del Ministro dei lavori pubblici del 5 agosto 1957. Già nei mesi scorsi, Italia Nostra e No Crescent avevano sollecitato l’intervento della Procura rispetto all’inchiesta sulla deviazione del Fusandola.