“Il Crescent non stravolge il paesaggio”. Con questa motivazione il Tar di Salerno ha respinto i ricorsi, presentati in un arco di tempo compreso tra il 2012 e 2015, dall’associazione ambientalista Italia Nostra. Oggetto dei ricorsi era la trasformazione urbanistica dell’area di Santa Teresa, il nuovo “Fronte mare” della città. I giudici del Tribunale amministrativo hanno accorpato i procedimenti, discussi nelle camere di consiglio nei mesi scorsi, dichiarando i ricorsi inammissibili, irricevibili, improcedibili e, dunque, respingendoli. “Innanzitutto sono da intendersi inammissibili, in quanto inficiati da genericità e indeterminatezza, i motivi che rivestono carattere esplorativo, laddove finalizzati a ottenere dal giudice amministrativo un’indagine di tipo penalistico-contabile a tutto campo sull’operato dell’amministrazione“. E in merito al torrente Fusandola, uno dei punti cruciali della battaglia, il collegio dichiara che “Il torrente Fusandola, già all’epoca della redazione della progettazione, risultava quasi totalmente intubato e quindi si può affermare che di fatto aveva perso la sua rilevanza paesaggistica”.
Italia Nostra è stata inoltre condannata al pagamento delle spese nei confronti del Comune di Salerno, del Ministero per i Beni culturali, di Sist e Crescent per un ammontare pari a 25mila euro. Ma la decisione del Tar di Salerno rappresenta soltanto uno dei passaggi dell’intera vicenda, dal momento che Italia Nostra medita il ricorso al Consiglio di Stato. Inoltre, come riportato anche dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino, nelle aule penali deve ancora tenersi il processo che potrebbe mettere in discussione le assoluzioni maturate in primo grado.