Come sottolineato in un precedente comunicato, l’Università degli Studi di Salerno ha autorizzato lo svolgimento online delle lauree previste tra il 16 marzo e il 3 aprile. Nuove disposizioni e dettagliate informazioni sul da farsi saranno emanate nei prossimi giorni. Nel frattempo, si invitano gli studenti a seguire le indicazioni attualmente in loro possesso e a vivere con serenità i giorni che li separano dal loro traguardo, consci del fatto che, non appena si saranno calmate le acque e sarà passata questa emergenza sanitaria, si celebrerà la proclamazione ufficiale tra gli ambienti dell’Università e sarà consegnata loro la Pergamena di Laurea.
Ora come ora, gli studenti sono dunque in una situazione di incertezza e caos generali, generati in particolar modo dal non sapere ancora come e attraverso quali mezzi si svolgerà la discussione della Tesi di Laurea. L’Ateneo ha fino ad ora sottolineato che a disposizione dei laureandi vi sarà una particolare piattaforma streaming che permetterà loro di collegarsi in videoconferenza tramite le personali credenziali di accesso istituzionali. Ad attenderli, dall’altra parte dello schermo, una Commissione composta dal Presidente e da due colleghi. Nei prossimi giorni relatori e laureandi saranno chiamati a verificare, insieme, l’efficienza delle tecnologie e della connessione internet per permettere una tranquilla e chiara discussione da remoto.
Molti ragazzi, attraverso i social e i nuovi canali di comunicazione, hanno espresso il loro malcontento nei confronti di questa situazione precaria e incerta, alimentata dalla grande sensazione di ansia e agitazione che li accompagna nei giorni che li separano da uno dei momenti più importanti della loro vita.
Abbiamo raccolto alcune dichiarazioni di laureande e laureandi i quali, nel corso della terza settimana di marzo termineranno il percorso di studi e conseguiranno il Titolo Accademico.
Francesca Bosco, book blogger di 25 anni, è laureanda in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Salerno. “Devo laurearmi a fine marzo in Scienze della Comunicazione con una tesi che analizza, dal punto di vista storico, i fenomeni migratori nel mio paese, focalizzandosi sul ruolo e sulla figura della badante. Ammetto che la notizia della seduta di laurea virtuale non mi ha fatto molto felice. Capisco benissimo la situazione, dunque di certo non mi aspettavo che l’Università avrebbe aperto le porte ai candidati e famiglie come se nulla fosse. In un primo momento ho sperato che posticipassero le sedute a tempi più tranquilli. Soprattutto perché una laurea non è come un esame, conclude anni spesi tra libri, amici e fatiche, ti piacerebbe condividerla con parenti e amici che ti hanno sostenuto. Cosa che per quanto si voglia, non può essere fatta dietro lo schermo di un computer. Dormendoci su e soprattutto non conoscendo le dinamiche tecniche che ci sono dietro ad una laurea, probabilmente questa è stata la scelta più giusta. Non sappiamo ancora ufficialmente quale sarà la piattaforma da utilizzare e le varie modalità. Si parlava di una seduta online comune, ma io sono ancora un po’ scettica soprattutto se così mi metti in condizione di avere per forza delle competenze o apparecchiature che non sono così scontate. Un po’ di amaro in bocca e ancora tanti dubbi restano, ma l’affrontiamo con professionalità e lo stesso sorriso che avremmo mostrato in una situazione normale. È scontato che nel momento esatto in cui questa situazione di allerta terminerà, abbraccerò famiglia e amici e festeggeremo insieme fino all’alba”.
Una analoga considerazione ci viene offerta da Alba Limongi, 23 anni, anche lei laureanda in Scienze della Comunicazione. “A poco più di dieci giorni dalla Discussione, nessuno ci ha dato ancora indicazioni precise. Ho provato a chiedere al mio relatore, ma mi ha detto di non avere informazioni e che probabilmente essendo prenotata all’appello di Laurea sarà l’università a contattarmi. Non ho ancora terminato la tesi perché, per scrivere l’ultimo paragrafo, volevo consultarmi con il prof e ultimarlo insieme a lui. A causa di questa emergenza dovrò invece completarla da sola, seguendo le sue indicazioni. Il mio lavoro di tesi è dedicato al mio dialetto – il dialetto lucano – e alla creazione di un dizionario elettronico. Sembra chiaro quanto mi servisse consultarmi dal vivo con il mio relatore. Alla notizia della discussione da remoto ci sono rimasta male, da un lato, perché la seduta di Laurea è un momento importante, ognuno di noi vorrebbe intorno tutti gli amici e la famiglia per dimostrare di avercela fatta. Ma in un certo senso preferisco sostenere la seduta così dato che, così facendo, una volta finito tutto ci sarà la proclamazione ufficiale all’Università. Sarebbe stato peggio, per me, se il tutto si fosse svolto a porte chiuse”.
Mario Rotolo, scrittore, poeta e blogger salernitano di 24 anni, si sposta invece sul piano emotivo. Mario sta per conseguire la Laurea Triennale in Scienze della Comunicazione con una Tesi di Laurea in Linguistica Testuale, dedicata allo studio e all’analisi della sceneggiatura de Il Vizio della Speranza, un film del 2018 diretto da Edoardo De Angelis. “Cosa ne penso delle Lauree da remoto? Beh, c’è un po’ da parlare a riguardo. Naturalmente considero una cosa buona questa soluzione, dato che la quarantena forzata da Coronavirus ha comunque limitato tutti e l’intero Paese. Questo ha permesso dunque di non rimandare ulteriormente le sedute di Laurea. D’altro canto, penso che una discussione di Tesi da remoto sia mancante di un elemento simbolo e fondamentale di una seduta di Laurea, non tanto la discussione in sé, bensì l’atmosfera che si crea nello stare seduti dinanzi ad una commissione, con alle spalle una Platea di persone che ti ascolta; quell’emozione lì, quel sapere che quando anche l’ultimo candidato avrà terminato il suo discorso potrai uscire e lì ad attenderti ci saranno tutti i tuoi cari e i tuoi amici ad aspettarti per piangere, ridere. Questa condizione si va perdendo in una simile condizione, ma in situazioni di necessità bisogna purtroppo adattarsi”.
Marco Santonicola, 23 anni, sta per conseguire la Laurea in Economia Aziendale. Con tono pacato, il giovane laureando dal canto suo ci rende partecipi di un discorso un po’ più generico. “Io penso che una nota positiva o negativa nei confronti della Laurea da remoto dipenda dal contesto – esordisce Marco – nel senso che in un contesto generale, di normalità, penso che la discussione da remoto sia qualcosa che possa offendere e minimizzare il lavoro svolto dal candidato e tutti i sacrifici fatti per tre anni. Non è, per molti versi, una cosa gratificante se pensiamo al tempo passato sui libri, al tempo dedicato alla Tesi e quant’altro, ma dato che ci troviamo in una situazione di emergenza e nella stessa condizione tutti noi, tutta Italia, penso che l’Università metta a disposizione questo strumento per consentire agli studenti di completare il percorso di studi e realizzarsi nei tempi giusti. Ciò ha dunque valore positivo”.
Daniele Avallone, laureando in Scienze della Comunicazione, mette infine in luce un ulteriore problema, condiviso da non pochi studenti dell’Ateneo. Daniele è originario di Santa Lucia di Serino – in provincia di Avellino – e ci confessa la propria preoccupazione circa la stabilità e l’efficienza della connessione internet nelle sue zone. “Il 25 marzo conseguirò, da remoto, il mio titolo di Studio. Al di là della questione in sé, resta comunque il problema di chi abita nelle zone cosiddette bianche, ovvero quelle aree non coperte dalla fibra veloce. La connessione ADSL risulta insufficiente per una videoconferenza a causa del basso upload. Alcune università al nord hanno attuato, infatti, un metodo alternativo. La commissione ha semplicemente valutato la tesi e l’esposizione della stessa in un video registrato – di dieci minuti di durata al massimo – inviato dallo stesso candidato”.
Covid-19. Unisa, Lauree e lezioni online. Generali preoccupazioni e poca chiarezza nell’organizzazione dei corsi da remoto
La medesima situazione di incertezza si è verificata per quanto concerne l’inizio del supporto didattico online. I corsi tramite piattaforma streaming inizieranno, in via ufficiale, lunedì 16 marzo, anche se alcuni docenti hanno avevano iniziato ad occuparsene autonomamente alcuni giorni fa. Nel corso della giornata di domani vi sarà una riunione del Senato Accademico durante la quale si deciderà il da farsi. Studenti e insegnanti saranno chiamati a collegarsi alla piattaforma informatica Microsoft Team utilizzando e-mail e password istituzionali.
Se da un lato il supporto didattico online aiuterà i giovani studenti a non rimanere indietro con le lezioni, dall’altro viene chiesto uno sforzo elevato da parte soprattutto degli insegnanti poco avvezzi all’utilizzo dei Media Digitali. Si ripresenta, inoltre, la problematica dettata dalla connessione internet, la quale potrebbe non supportare una piattaforma streaming sulla quale, nel medesimo istante, si ritroverebbero collegati tutti gli studenti dell’Università di Salerno.
Dalle parole di alcuni di loro appare chiara la preoccupazione circa l’effettiva realizzazione di questo progetto. Lisa Iannone, studentessa iscritta al Terzo Anno di Economia e Management, sostiene infatti che il metodo di didattica alternativo online sarà una grande svolta all’interno del nostro sistema universitario solo se esso davvero funzionerà nel migliore dei modi.
Una studentessa del Terzo Anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, Marianna Terrazzano, d’altro che canto sottolinea la difficoltà da parte di studenti e insegnanti nel navigare in questo vorticoso mare fatto di piattaforme streaming, video lezioni e contenuti multimediali. Ci si ritrova dunque a dover affrontare una situazione completamente nuova, alla quale nessuno era preparato ma che, con un piccolo sforzo da parte di ognuno, riusciremo a fronteggiare. Come scrive invece la giovane studentessa Anna Tortora, frequentante il Secondo Anno di Scienze della Comunicazione, “ben vengano le lezioni online, ma che siano chiari sull’inizio dei corsi e sulle modalità di svolgimento e che, soprattutto, a nessun insegnante venga concessa la possibilità di astenersi”.
L’incertezza e le informazioni frammentate sono, dunque, alla base del malcontento generale. L’Università, dal canto suo e in quanto istituzione, sta facendo del suo meglio per non lasciare che i ragazzi debbano affrontare lunghi periodi di studio senza godere di un efficiente supporto didattico.