“Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, che è giusto, da non sottovalutare, ma la malattia va posta nei giusti termini”. A dichiararlo è Walter Ricciardi dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e attuale consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, davanti ai microfoni della sala stampa della Protezione civile a Roma. “Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo, di cui il 3% muore. Peraltro sapete che tutte le persone decedute avevano già delle condizioni gravi di salute”.
In Italia, dopo i primi casi di Roma gestiti in maniera antologica, c’è stata una frammentazione nell’azione contro il coronavirus, con “regioni che facevano tamponi ad asintomatici e altre ai contatti. In questo modo – prosegue l’esperto – si è persa l’evidenza scientifica. L’Oms dice che bisogna fare i tamponi solo ai sintomatici e a coloro che sono stati in determinate zone”, ricordando che “la Francia ha fatto 300 tamponi, noi 4.000, e il Regno Unito 6.000, ma con una metodologia e seguendo un protocollo rigoroso. Mascherine di protezione? Non servono alle persone sane”.
Secondo uno studio pubblicato dal Cnr, l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.
Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza. Le vittime quindi rientrano in una categoria a particolare rischio.
Nello studio si ribadisce che il Sistema Sanitario Nazionale è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quelli attuali. Quindi, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto lavandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate.