Ore 18:00 – Posizione di ITALIA VIVA sempre meno chiara
Risulta sempre più difficile comprendere la posizione di Matteo Renzi e di tutto il suo partito Italia Viva, che ha causato la crisi di governo. Da oltre 24 ore i responsabili di tutto ciò che sta accadendo rilasciano continue dichiarazioni pubbliche in cui sembra venga detto tutto il contrario di tutto.
“La crisi era sui contenuti, non sulle poltrone. Lo abbiamo sempre detto e dimostrato con i fatti. Ora è tempo di agire uniti il più in fretta possibile”, così la senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti, segretario della Commissione Bilancio di palazzo Madama, interviene ai microfoni di SkyTG24. “Era necessario uno stop e un reset. Abbiamo visto che le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti hanno portato ad uno scossone necessario da tempo all’interno della maggioranza, innescando una svolta. Una svolta positiva. Vogliamo ora una maggioranza fortemente europea che affronti le emergenze del Paese: dai vaccini all’economia alle scuole. Italia Viva è un partito che esce coeso ed unito ed ha posto questioni importanti e vere: non abbiamo fatto le bizze , abbiamo fatto politica. Vogliamo portare il Governo a fare di più e meglio“, conclude Conzatti.
Ore 16:45 – AVANTI SU RECOVERY FUND
In piena crisi di governo, in Senato non si fermano i lavori delle due Commissioni Bilancio e Politche UE, mentre l’Italia è già sotto osservazione di tutte le più grandi agenzie finanziarie e di rating del mondo.
Secondo l’agenzia di rating Fitch, l’Italia sta vivendo una crisi che “inasprisce i rischi di politica economica”. Anche se “le conseguenze della crisi politica non sono chiare”, secondo Fitch sono “improbabili le elezioni anticipate”. Il fallimento nell’implementare “una credibile strategia di crescita post-pandemica”, compreso “l’efficiente uso dei fondi Next generation Ue, ridurrebbe la probabilità di una stabilizzazione e riduzione del rapporto debito/pil”.
Ore 15:30 – IPOTESI GOVERNO di Unità Nazionale
Inizia ad aprirsi ipotesi di un Governo di Unità Nazionale. Si tratta di una sorta di “governo a progetto”, tenuto in piedi per un determinato periodo di tempo e per raggiungere degli obiettivi prefissati. Anche il centro destra apre a questa ipotesi:
“La crisi è aperta, ci rimettiamo alla saggezza del capo dello Stato. Se tutti i migliori si mettono assieme per affrontare l’emergenza con un governo di unità nazionale stabile e serio” Forza Italia è d’accordo, dichiara il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi. Spiegando che al vertice oggi si collegherà Berlusconi: “gli italiani non sono interessati a giochetti di Palazzo, vogliono sapere quando saranno vaccinati e come si affronta l’emergenza economica”.
Ore 13:00 – LE CONSULTAZIONI
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fissato la data in cui inizieranno le “consultazioni” a domani, mercoledì 27 gennaio. Il confronto tra il Capo dello Stato e i partiti che siedono in Parlamento inizieranno nel pomeriggio per consentire al Presidente Mattarella di prendere parte alle celebrazioni mattutine per la Giornata della Memoria.
Ore 12:00 – CONTE SI è DIMESSO.
Puntualissimo, come annunciato ieri, al termine dell’ultimo Consiglio dei Ministri del “Governo Conte Bis”, il presidente del Consiglio, prof. avv. Giuseppe Conte, si è recato al Quirinale per presentare le sue dimissioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato l’attuale squadra di Ministri a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Ore 9:00 – L’ULTIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI
Alle ore 9:00 circa di questa mattina (martedì 26 gennaio 2021) presso Palazzo Chigi si è tenuto l’ultimo Consiglio dei Ministri del governo giallo-rosso, insediatosi ufficialmente il 5 settembre 2019 dopo lo strappo del partito Lega Nord, voluto allora dal senatore Matteo Salvini. Dopo 1 anno 4 mesi e 24 giorni un altro Matteo pone fine al secondo governo Conte, questa volta si è trattato del senatore Matteo Renzi del partito Italia Viva.
“Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme. Possiamo avere commesso degli errori, altri li valuteranno, ma possiamo dire di avere agito sempre in coscienza. Avremmo potuto fare altro, certo, ognuno di noi ha dei limiti, ma non ci siamo risparmiati” questo uno dei passaggi dell’ultimo discorso del presidente Conte.
Giuseppe Conte ha comunicato in Consiglio dei Ministri la decisione di lasciare l’incarico. Alle 12 salirà al Quirinale per presentare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Dagli Stati Uniti all’Europa fino all’Asia, si leggono titoli sulle ormai prossime dimissioni di Conte: il New York Times titola “Il premier italiano si dimette, aggiungendo caos politico alla pandemia”. Il Wall Street Journal sottolinea che “le dimissioni potrebbero portare a una nuova coalizione di governo o elezioni anticipate”.
PERCHE’ LE DIMISSIONI?
La crisi di governo è stata ufficializzata lo scorso 18 gennaio 2021, quando alle Camere del Parlamento il partito Italia Viva, guidato dal senatore Matteo Renzi, ha sfiduciato il premier Conte. O meglio, avrebbe dovuto sfiduciare: dopo settimane di schermaglia mediatica, Matteo Renzi e tutti i membri di Italia Viva prima si sono assentati dal Senato e poi sono rientrati per astenersi dal voto, facendo così comunque venir meno i numeri della maggioranza di governo.
LA SITUAZIONE PEGGIORA
Le votazioni del 18 gennaio avevano prodotto una vittoria risicata e pericolosamente insufficienze per la maggioranza sempre più precaria. Al Senato il governo Conte ha infatti contato solo 156 sostenitori sui 161 necessari per avere una maggioranza solida.
Sono seguiti giorni di contrattazioni per tentare di “allargare” la maggioranza ad una serie di cosiddetti “responsabili” (ribattezzati costruttori e poi Volenterosi): senatori che indipendentemente dal proprio partito avrebbero potuto decidere di sostenere il governo. Ma dopo una settimana di tensioni crescenti, i numeri necessari per sedare la crisi non sono stati raggiunti.
COSA SUCCEDERA’?
Conte ha comunicato al Consiglio dei ministri la decisione di lasciare l’incarico.
Sono diversi gli scenari possibili. Probabilmente, subito dopo le dimissioni di Conte, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvierà delle “consultazioni-lampo” con tutte le forze politiche che siedono in Parlamento. Uno dei tentativi in tal senso potrebbe essere un “Conte-Ter”, cioè un altro governo ancora presieduto dal premier dimissionario, ma con una nuova maggioranza. Soluzione verso cui tendono soprattutto M5S, PD, Leu.
Lo stesso Matteo Renzi più volte in questa settimana ha lasciato intendere che l’obiettivo della crisi di governo non fosse quella di mandare l’attuale premier a casa. In realtà nessuno ha ancora capito quali siano state le cause e i motivi della crisi, ovviamente escludendo i motivi personalistici e propagandistici.
SENZA INTESA: ELEZIONI
La soluzione più estrema sarebbe quella dello scioglimento delle Camere, uno scenario che tanti vorrebbero evitare ma che non si può escludere del tutto, nel caso in cui il presidente Mattarella, attraverso le consultazioni, si rendesse conto che non ci sono presupposti necessari, quelli per cui una serie di partiti riescano a creare un nuovo governo con i numeri in grado di legiferare e portare avanti i lavori delle Camere.