Se in gran parte delle Regioni del Nord il virus allenta la sua morsa, consentendo dalla prossima settimana un regime restrittivo a colorazione gialla con la riapertura delle attività e della ristorazione, l’andamento epidemico nazionale rivela tutte le difficoltà attuali delle Regioni meridionali, ancora in allarme per i dati registrati nelle ultime ore. In Campania, in particolar modo, i nuovi casi sono cresciuti del 19% nell’ultima settimana. Ma superata la fase acuta della settimana 8-14 marzo, con oltre 18 mila nuovi positivi, da ben 4 settimane, in Campania il numero medio dei nuovi positivi al virus, complice anche la massiccia attività di testing, è di circa 13 mila nuovi casi settimanali. Un dato che, sebbene sia ancora elevato, deve essere analizzato tenendo conto anche della maggiore incidenza di positivi al virus non ospedalizzati. In Campania, infatti, solo il 2% degli infetti necessita di ospedalizzazione. La media nazionale è del 5% con punte del 15% in Piemonte. Per diretta conseguenza, il tasso di occupazione dei posti letto, soprattutto in terapia intensiva, è in calo da qualche settimana. Inoltre, la Campania conferma il primato per minor tasso di letalità anche nei primi 4 mesi del 2021 (1,7% vs. 2,4% della media nazionale). Tutti segnali che inducono a ritenere che il rigoroso rispetto delle regole conduce alla mitigazione della diffusione virale, pur in presenza di varianti e di una campagna vaccinale ancora non del tutto decollata, che vede la Campania fortemente penalizzata per dosi ricevute.
Oggi, 20 aprile, la Campania è la Regione che registra il più alto numero di casi (+1.750), seguita da Lombardia (+1.670), Puglia (+1.180), Sicilia (+1.148) e Piemonte (+988). Sono 1.750 i nuovi casi di positività registrati in Campania su un totale di 15.885 tamponi effettuati. La curva del contagio si attesta all’11 per cento. 550 sono i nuovi pazienti sintomatici, 2.112 i guariti e 52 i decessi. A Napoli e provincia si concentra la maggior parte dei casi: sono 1.170 i contagi nell’area metropolitana, pari al 66,8 per cento del totale regionale. In provincia di Salerno, invece, sono emersi 207 nuovi casi.
Sono parecchi, dunque, i grattacapi della Cabina di Regia, chiamata a stabilire i cambi di fascia dopo aver esaminato il report settimanale dell’Iss: allo stato attuale nessuna Regione meridionale può permettersi una promozione in zona gialla e le riaperture comunque previste in zona arancione a partire dal 26 rischiano di alimentare la circolazione virale e di incrementare il numero dei ricoveri. Per gli esperti non vi sono le condizioni per una riapertura in sicurezza, in primo luogo considerando che i livelli di protezione vaccinale sono ancora bassi. Secondo Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, al Nord la terza ondata è partita prima ed è stata virulenta. E’ prevedibile, dunque, che nelle Regioni settentrionali calasse prima che in quelle meridionali, dove è partita dopo.
Infuria, intanto, la battaglia politica sul coprifuoco. Il pressing per l’eliminazione del coprifuoco alle 22 e per l’anticipo delle riaperture serali dei ristoranti al chiuso s’infrange sulla realtà dei dati. Un’ipotesi, quest’ultima, che gran parte della compagine di Governo, con in testa il premier Draghi, considera soltanto in prospettiva. Dopo la prima metà di maggio, precisamente. Il Comitato Tecnico-Scientifico nelle prossime ore è chiamato ad esprimersi su questioni considerate più stringenti, tra cui l’aggiornamento dei protocolli di sicurezza nelle scuole, fermi all’estate del 2020. Intanto nella bozza di decreto che il Governo sta mettendo a punto dopo l’incontro con le Regioni e in attesa del Consiglio dei ministri di domani, gli spostamenti verso le zone arancioni o rosse saranno consentiti con le cosiddette ‘autocertificazioni verdi’, ossia quelle comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione o guarigione dall’infezione dal Covid, o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo. Dal 1° maggio al 15 giugno 2021, nella zona gialla e, in ambito comunale, nella zona arancione, si legge nella bozza, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti. Le misure, però, non saranno valide in zona rossa.