Sono 247 i comuni ricicloni che superano il 65%, solo 9 in più rispetto allo scorso anno. Il 90% dell’organico differenziato in Campania oggi finisce fuori regione.
I dati di Legambiente dimostrano che anche in Campania manca una governance autorevole del ciclo integrato di rifiuti e non si procede alla realizzazione di impianti industriali di trattamento della frazione organica con compostaggio, digestione anaerobica e produzione di biometano. Un percorso lento e poco produttivo che rallenta la raccolta differenziata. Gli ultimi dati confermano che sono 247 i “ricicloni”, quelli cioè che nel 2018 hanno superato il 65% di raccolta differenziata come previsto dalla legge, solo 9 in più rispetto all’anno precedente.
Legambiente ha deciso così di premiare il contenimento della produzione di rifiuto secco indifferenziato che si pone come limite di 75 kg annui. Sono 85 i comuni che hanno promosso campagne di prevenzione sensibilizzando la popolazione.
Analizzando i dati specifici è possibile comprendere che il 42,4% dei comuni Rifiuti Free si trovano in Provincia di Benevento, il 40% in Provincia di Salerno e il 12,9 % in Provincia di Avellino. Ancora in ritardo la Provincia di Napoli e Caserta dove si trovano solo il 2,4% dei comuni rifiuti free. Tortorella (Sa), Montesano sulla Marcellana (Sa) e Sarno sono i comuni rifiuti free vincitori nelle tre categorie per abitanti. La palma per le migliori performance di comuni ricicloni spetta alla provincia di Salerno dove sono 91 le amministrazioni che hanno raggiunto il 65. I numeri confermano che il Mezzogiorno è un area che deve ancora crescere e beneficiare di aiuti politici.
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, conferma che la raccolta differenziata è il primo passo propedeutico per innovare i sistemi di smaltimento. Dichiara, inoltre, che per compiere la rivoluzione circolare in Campania e nel Mezzogiorno “dobbiamo essere consapevoli e reattivi riguardo i ritardi e gli ostacoli che ancora ci sono, chiedendo con forza politiche coraggiose e immediate nella pianificazione e nella gestione del ciclo dei rifiuti”.
“In Campania – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – la gestione dei rifiuti, prevenzione, raccolta, recupero e smaltimento, continua ad avere un importante potenziale che però stenta a decollare. Un ciclo poco circolare e ancora troppo intrappolato in scarse capacità gestionali, affari al limite della legalità, mancanza di trasparenza e complicati percorsi di accessibilità alle informazioni per i cittadini. Il piano regionale di finanziamento di impianti di trattamento della frazione organica – conclude Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – stenta a decollare e comunque non soddisfa il fabbisogno totale. Inoltre, è paradossale nell’era del necessario passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili finanziare prevalentemente impianti aerobici e non puntare maggiormente su processi anaerobici per la produzione di biometano. Un’occasione di transizione ecologica persa, forse l’ennesima, che non possiamo più permetterci”.