L’Unità di Crisi della Protezione civile della Regione Campania comunica che nella mattinata odierna sono stati esaminati 68 campioni presso il centro di riferimento dell’ospedale Cotugno. 9 di questi sono risultati positivi. Come per tutti gli altri, si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono 16 in totale i casi di positività registrati in provincia di Salerno. Salgono a 137 (di cui 2 guariti) complessivamente i soggetti in Campania al momento positivi al coronavirus. Sale anche il numero dei pazienti ricoverati in rianimazione con insufficienza respiratoria che al Cotugno hanno avuto bisogno di un ricovero in rianimazione.
Ed è rientrata a casa la paziente originaria di Montano Antilia, la prima contagiata accertata nel Salernitano. La donna è stata dimessa: non era mai stata in condizioni critiche.
“Nel mese di marzo avremo il picco di ammalati”, ammette il governatore Vincenzo De Luca. E l’aria è tesa nei principali ospedali della Campania, soprattutto al centro di riferimento del Cotugno di Napoli, dove l’allerta induce i medici a battere sulle più rigorose prescrizioni all’isolamento e alla distanza di sicurezza. Una situazione sempre più complicata per un presidio ospedaliero che inizia ad arrancare, con sempre meno posti letti a disposizione, personale sanitario sotto stress ed esausto da giorni di lavoro ininterrotto. D’altronde era prevedibile che l’arrivo di migliaia di persone dal Nord Italia, non tutte controllate, avrebbe reso il lavoro di prevenzione capillare molto più complicato. Si calcola che circa 25mila persone abbiano lasciato il Nord per dirigersi verso i luoghi di provenienza, nel meridione. Ma in merito a notizie secondo cui alcune strutture di laboratorio effettuano tamponi per la diagnosi molecolare su campioni respiratori, la Regione Campania ha ricordato attraverso una nota che i centri abilitati e scientificamente affidabili sono solo quelli autorizzati dall’Istituto Superiore di Sanità. L’unico centro accreditato in Campania è il Cotugno di Napoli, che ha anche il coordinamento di una suppletiva rete di laboratori.
L’ASL Salerno, nell’ambito delle azioni finalizzate al contrasto al COVID-19, ha pubblicato una Manifestazione di interesse per l’assunzione di 50 unità di CPS Infermiere – A tempo determinato per sei mesi non rinnovabili, da assegnare alla struttura ospedaliera di Scafati individuata per far fronte alle esigenze assistenziali per il contrasto al COVID-19.
E il prof. Paolo Antonio Ascierto, nel corso di un’intervista a Skytg24 conferma che la terapia sperimentale avviata grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” e il Cotugno di Napoli sta producendo primi risultati incoraggianti e rappresenta una speranza importante per uscire dal tunnel. “Nel caso del distress respiratorio, dato conseguente alla polmonite da Covid-19, c’è questa elevata produzione di interleuchina. Da qui, l’idea. Dopodiché ci siamo confrontati con i nostri colleghi cinesi, con cui abbiamo una collaborazione, che ci hanno confermato di averlo utilizzato in 21 pazienti con risultati molto interessanti addirittura recuperi dell’ossigenazione in 24-48 ore. Noi siamo per un cauto ottimismo, ovviamente, però ci crediamo perché uno di questi pazienti, quello intubato che ha ricevuto il trattamento alle 8 di sera del sabato, verso il pomeriggio della domenica aveva già segni importanti di ripresa in termini di ossigenazione”.
Dal prof. Ascierto giunge anche un fondamentale appello: “Il problema del coronavirus ha fatto crollare le donazioni di sangue negli ospedali. Bisogna riprendere le donazioni di sangue. Non c’è nessun rischio. Nei centri trasfusionali tutto avviene nella massima tutela e sicurezza. Facciamo in modo che ad emergenza non si aggiunga altra emergenza: doniamo il sangue”.