In seguito alla conferenza indetta da Italia Nuova Lunedì 9 Ottobre all’Istituto degli studi filosofici emergono continue minacce ai paesaggi del Cilento e della CostieraSorrentino/Amalfitana; in particolare sono stati evidenziati i casi di Pisciotta e Palinuro e le deroghe regionali in spregio alla Pianificazione paesaggistica della Penisola Sorrentina e Amalfitana nonché del Piano del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Nel corso della conferenza sono intervenuti, tra gli altri, Massimo Maresca, il presidente campano; i consiglieri Luigi De Falco ed Oreste Rutigliano; il magistrato in pensione Aldo De Chiara. La minaccia della cementificazione in Cilento non è nuova, considerando i numerosi abusi edilizi, le lottizzazioni e la proliferazione di villaggi turistici che hanno di fatto privatizzato ampi tratti di costa. Approvato da poco, il piano urbanistico comunale di Pisciotta – comune cilentano celebre per gli ulivi che ispirarono anche i versi di Ungaretti – prevede, oltre all’opportunità di un ampliamento del 20% dei villaggi turistici, 600 nuovi posti letto tra alberghi e bed and breakfast da edificare proprio nelle aree agricole degli uliveti; contemplata inoltre anche la necessità di trenta abitazioni ed un parcheggio nel sito dell’ex Convento ai margini del centro storico che, secondo Italia Nostra, “determinerebbe uno stravolgimento inaccettabile del paesaggio e dell’immagine del borgo storico”.
Complessivamente, secondo i calcoli dell’associazione ambientalista, il Puc darebbe il via libera a circa 70.000 metri cubi di nuovo cemento a discapito di uliveti ed aree agricole. “Siamo al cospetto di uno stravolgimento del territorio – affermano gli esponenti di Italia Nostra – contrabbandato per sviluppo e che confligge con il Piano Territoriale Regionale e non rispetta le indicazioni del Parco per le zone D. In realtà, per creare opportunità economiche che convincano i giovani a restare, e per destagionalizzare l’offerta turistica, servirebbero servizi e mobilità, piste ciclopedonali, accessi alle spiagge, una sentieristica degna di tale nome”.
“A Palinuro – denuncia Italia Nostra – il rischio cementificazione è ancora più grave. Il piano urbanistico comunale adottato il 24 luglio prevede nuovi volumi edilizi per 125.787 metri cubi. Sono distribuiti tra diverse tipologie: nuovi alberghi, villaggi, affittacamere, campeggi, edilizia residenziale. C’è perfino l’idea di un porto darsena alla foce del fiume Mingardo, nei pressi dell’Arco Naturale ed in un sito di importanza comunitaria. Come quello di Pisciotta, anche il Puc di Palinuro confligge con vari strumenti urbanistici sovraordinati, tra i quali il piano territoriale regionale della Campania, il piano territoriale di coordinamento della provincia di Salerno ed il Piano del Parco nazionale del Cilento e vallo di Diano”.
Rimane dopo tempo prima che il 13 ottobre il ministero dei Beni Culturali decida se confermare l’integrazione al vincolo adottata il 15 aprile che dispone l’inedificabilità delle aree E “agricole a tutela”; in caso contrario il vincolo decadrà ed i sostenitori del Puc avranno via libera. In una regione sempre più devastata dall’ abusivismo, dalla cementificazione e dai disastri ambientali, la revisione dei Puc deve essere finalizzata a preservare il Cilento e la sua originaria e incontaminata bellezza, quella di un’area che vive soprattutto di turismo che, con l’approvazione di progetti di dubbio impatto ambientale, minaccia di diventare sempre più di massa.