È di qualche giorno fa la notizia del licenziamento del noto infettivologo salernitano Luigi Greco dall’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Greco, 71 anni e 42 anni di servizio sulle spalle, ormai in pensione, era stato richiamato a lavoro per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e da qualche settimana era tornato “in trincea” tra i corridoi del Ruggi.
Il licenziamento sarebbe stato dovuto ad alcuni dissidi con la dirigenza dell’azienda ospedaliera. In particolare, Greco avrebbe criticato la scelta di trasferire i malati dal reparto di malattie infettive all’Ospedale Giovanni Da Procida, opinione che aveva espresso anche in una lettera a medici e sindacalisti.
Negli ultimi giorni, sono state tante le voci di professionisti, politici e sindacalisti che hanno voluto esprimere solidarietà al dottor Luigi Greco. Tra queste, anche il Tribunale dei diritti del malato di Salerno e Cittadinanza Attiva.
In un comunicato che porta la firma di Margaret Cittadino, Maria Grazioso e Pasquale Trotta si legge: “Perché lo hanno licenziato? Perché ha osato dire che sconsigliava un modello organico proposto dall’azienda ospedaliera che ha spostato il reparto di malattie infettive dalla sede centrale del Pronto Soccorso e tutte le altre unità operative al Giovanni Da Procida sede del Covid Hospital. Non ha insultato nessuno, non ha creato allarme sociale, stava creando insieme a medici e infermieri una vera equipe multidisciplinare”.
Luigi Greco, in questi giorni, ha avuto modo di dire la sua sul licenziamento, rispondendo così:
“La mia era solo un’osservazione scientifica e me la fanno contestare da un amministrativo. Di questi tempi, dopo 42 anni in servizio nel campo delle malattie infettive, credo che un ospedale non possa essere solo Covid. Ci sono altre patologie, che sono essenziali come questo nuovo virus. Preciso che non ho criticato la scelta di trasformare il Da Procida di Salerno in ospedale Covid, anzi, è una cosa estremamente innovativa a livello nazionale”.