Si parla molto, negli ultimi anni, dei rischi e delle conseguenze dei cambiamenti climatici e delle numerose iniziative messe in atto per fronteggiare questa emergenza, che tanto graverà sulle generazioni future. Numerosi movimenti, ambientalisti e non, si sono uniti proprio per cercare un dialogo con i capi di Stato dei più grandi Paesi. Da Friday for Future, che ritrova in Greta Thunberg l’esponente simbolo della lotta ai cambiamenti climatici, a tante altre piccole realtà associative sparse per il mondo, centinaia di Millennials e Z Generation’s si ritrovano uniti a lottare per un ideale comune, quello di ridurre l’impatto degli errori di secoli di inquinamento e cercare di ristabilire l’equilibrio naturale del nostro Pianeta.
Anche a Nocera Inferiore, circa due anni fa, un gruppo di ragazzi, per lo più studenti universitari, ha deciso che era giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cercare di fare qualcosa di concreto per l’ambiente, partendo proprio dalla loro città natale e dalle zone limitrofe. Si tratta di Carbon Negative, un’associazione di giovani volontari nata da un’idea di Antonio Maria Schiavo, attivista ventiseienne che ha molto a cuore tematiche delicate come quelle messe in campo, negli ultimi mesi, dalla Cop26 e dalle continue promesse riguardanti l’ormai nota Agenda 2030.
Carbon Negative lavora da tempo con costanza e dedizione all’incremento delle zone verdi dei comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Castel San Giorgio, impegnandosi in primis a piantare nuovi alberi, ma anche a prendersi cura degli spazi verdi delle nostre città, la cui cura e difesa non sembra essere mai abbastanza. Per ripopolare le intere aree vittime da tempo di roghi e disboscamento, si prediligono alberi caratteristici del luogo, come querce, frassini, pini mediterranei, oleandri e carrubi. Questi non solo assorbono CO2, ma favoriscono anche la biodiversità delle colline, compromessa nei decenni scorsi.
Carbon Negative, l’impegno di giovani attivisti e le speranze per il futuro
I giovani di Carbon Negative si fanno anche e spesso protagonisti di ricche e innovative iniziative che rendono partecipi anche i più piccoli, come è ad esempio accaduto in una scuola elementare del Comune di Roccapiemonte, dove gli attivisti, in concomitanza della Festa dell’Albero che da anni ricorre il 21 novembre hanno piantato fiori e alberelli con l’aiuto dei bambini, simbolo della generazione futura alla quale ci prepariamo a lasciare la nostra Terra.
Lo scopo degli attivisti di Carbon Negative non è dunque solo quello di piantare nuovi alberi, ma è senza dubbio anche quello di sensibilizzare la comunità su tematiche ambientali. Le emissioni incontrollate di Co2 e l’aumento del riscaldamento Globale, sono infatti questioni strettamente legate, anche e soprattutto per quel che riguarda l’Agro Nocerino-Sarnese, al disboscamento. Questa vera e propria piaga che da decenni segna le Colline del nostro territorio, è causa di smottamenti e frane, come quella tristemente celebre che interessò i comuni di Sarno, Quindici e Siano nel 1998. Colate di fango che, ad ogni temporale, tornano a terrorizzare l’intera comunità e che investe anche i comuni di Roccapiemonte e Castel San Giorgio.
In merito alla Cop26 e all’ormai nota Agenda 2030, i membri dell’Associazione ci tengono a sottolineare come tali promesse, risultato di mesi di riunioni dei grandi Capi di Stato, siano solo un modo per nascondere la quasi incapacità della cosiddetta Società del Benessere di azzerare le emissioni di CO2, o quantomeno di ridurle entro il 2030.
Aggiunge inoltre Antonio Maria Schiavo, fondatore nonché membro del direttivo di Carbon Negative, “alla politica piace fare grandi annunci che suscitano emozione ma raramente si preoccupa di lavorare quotidianamente per raggiungere risultati concreti. L’annuncio di piantare mille miliardi di alberi è un esempio lampante di questo atteggiamento: mille miliardi di alberi in meno di dieci anni è semplicemente impossibile. Significherebbe piantare 300 milioni di alberi al giorno, ogni giorno. Dove prendere tutti questi alberi, dove piantarli, chi dovrebbe piantarli, quali sarebbero i costi, quali sarebbero le specie? Semplicemente una cosa non realizzabile”.
“Piantare alberi è fondamentale e noi lo facciamo con entusiasmo ma la crisi climatico-ambientale va affrontata azzerando le emissioni di CO2 e ripristinando gli ecosistemi degradati. Entrambe queste cose sono in contrapposizione con una idea di sviluppo economico obsoleta ma che la nostra politica e la nostra società continuano a perseguire”.
Concludendo il racconto circa le iniziative messe in campo da questi giovani volontari, abbiamo voluto dar voce al membro più giovane del Direttivo, Giuseppe Silvestri, di soli 18 anni, che così descrive la propria esperienza come parte attiva dell’Associazione: “Far parte di Carbon negative significa essere consapevoli del grave stato in cui si trova il nostro pianeta, significa sapere che ci aspetta un futuro incerto ma che può essere cambiato in meglio. Inoltre, significa far parte di un gruppo di persone che impiega tutto il tempo possibile per piantare alberi. Mettere una pianta, anche una sola, rappresenta un simbolo di speranza per chi ci vede e per chi ci segue. È un passo avanti nel nostro futuro con la speranza che sia migliore e più sostenibile e soprattutto più rispettoso del più grande spettacolo della Terra: la vita”.
L’intera Valle dell’Agro, al pari degli altri territori della nostra Penisola e del Mondo, deve dunque fare i conti con gli errori del Secolo scorso. Lo sanno bene i ragazzi e le ragazze di Carbon Negative, i quali, armati di vasi e pale per scavare, piantano “radici” che diventano così vero e proprio simbolo di speranza per le generazioni future.