In seguito alla vicenda delle ambulanze coinvolte nella manifestazione del 9 giugno a Capaccio in occasione dei festeggiamenti per l’elezione a sindaco di Franco Alfieri, che ha indotto l’Asl Salerno alla sospensione delle ambulanze in convenzione con Croce Azzurra, nell’Alto Cilento e in tutto il territorio che si estende fino ai margini della Piana del Sele, l’emergenza sanitaria assume dimensioni sempre più allarmanti. Un manifesto firmato da residenti e operatori sanitari denuncia la “realtà grave e insostenibile nel Sud della provincia”, nonostante le rassicurazioni giunte dall’Asl Salerno in merito al potenziamento della rete sanitaria nel Cilento. “Fino a meno di una settimana fa,” si legge nel documento, “la provincia di Salerno era provvista di cinque ambulanze di tipo rianimative, con a bordo personale qualificato cui anestesista rianimatore, infermiere e autista, veri e propri ospedali viaggianti, ubicati a Salerno, Licinella, Agropoli, Vallo e Polla. Si sono ridotte a tre per la soppressione di due rianimative a Licinella e Agropoli”. Il manifesto contesta il modo in cui è stato disposto il potenziamento, sostituendo, ossia, le rianimative soppresse con quella di Salerno, lasciando scoperto il capoluogo e le aree limitrofe. Tra i mezzi della Croce Azzurra oggetto di sospensione da parte dell’Asl Salerno, figurava anche un’ambulanza che effettuava il trasporto dei pazienti dal presidio ospedaliero di Agropoli a quello di Vallo della Lucania, sostituita da una in servizio presso l’ospedale di Vallo della Lucania, alimentando il rischio di utilizzare le ambulanze medicalizzate per i trasporti ospedalieri considerati ordinari, sottraendole alla rete di emergenza territoriale. Una situazione su cui grava il ruolo marginale del Psaut (Postazione fisse di primo soccorso territoriale) di Agropoli, dove i pazienti arrivano temporaneamente per poi essere dirottati verso altri presidi. L’unità rianimativa operativa ad Agropoli, ma appartenente a Licinella, è deputata a coprire una zona talmente vasta da provocare indignazione: dalla Piana del Sele all’Alto Cilento, passando per la fascia costiera. Con la chiusura dell’Ospedale Civile di Agropoli e con il depotenziamento del presidio ospedaliero di Roccadaspide, l’area racchiude quasi 300mila persone coinvolte nelle carenze ormai strutturali dell’assistenza sanitaria.
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