In Campania continua a mancare una governance autorevole del ciclo integrato dei rifiuti e ancora non si procede alla realizzazione di impianti industriali di trattamento della frazione organica con compostaggio, digestione anaerobica e produzione di biometano. Il risultato è che, in questo percorso lento e aggrovigliato, rallenta la raccolta differenziata da parte dei comuni: in Campania, secondo i dati dell’Osservatorio regionale dei rifiuti, nel 2019 sono state prodotte 2,6 milioni tonnellate di rifiuti urbani, di cui il 52,8% raccolte in maniera differenziata. Una percentuale che è in stand by da tre anni. Nessuna accelerazione, nessun scatto in avanti. Dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, 625.212 tonnellate riguarda la produzione di umido organico di cui la gran parte continua ad essere trasportata fuori regione, a causa della mancanza di impianti sul territorio. Questo scenario impone alcune priorità assolute: superare l’impasse della collocazione e realizzazione degli impianti per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata, i cui costi sono saliti alle stelle, puntando prioritariamente su impianti di tipo anaerobico.
Per queste ragioni Legambiente Campania ha deciso di premiare il contenimento della produzione di rifiuto secco indifferenziato. Sono Comuni Rifiuti Free di Legambiente quelli dove la raccolta differenziata funziona correttamente ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 Kg di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento. I Comuni Rifiuti Free Campani nel 2019 sono 107 (+26% rispetto lo scorso anno), comunità che hanno messo in campo esperienze virtuose di prevenzione e riduzione dei rifiuti, adottando campagne di sensibilizzazione costanti e percorsi di educazione ambientale rivolte a tutta la popolazione. Questi i numeri principali di EcoForum-Comuni Ricicloni 2020, l’indagine di Legambiente.
Analizzando il dossier di Legambiente, la Provincia più virtuosa per i Comuni Free spetta a Salerno con 44 comuni, segue la Provincia di Benevento con 40 comuni. Più distaccata la Provincia di Avellino con 13 comuni. Ancora in ritardo la Provincia di Caserta e Napoli dove si trovano rispettivamente 6 e 4 comuni. Tra i comuni sotto i 5.000 abitanti in Provincia di Avellino è Comune di Domincella il più virtuoso, Ginestra degli Schiavoni per Benevento , Galluccio per Caserta, Visciano e Morigerati rispettivamente per la Provincia di Napoli e Salerno. Per i comuni tra i 5000 e 15.000 in Provincia di Benevento premiato il comune di Montesarchio, Arienzo per Caserta e Olevano Tusciano per Salerno. Per i comuni oltre i 15mila abitanti riconoscimenti solo per Ottaviano (Na) e Baronissi(Sa).
Sono 282 i comuni ricicloni che, nel 2019, hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata, con un incremento del 14% rispetto lo scorso anno. Domicella (Av) , Ginestra Schiavoni (Bn) e Morigerati(Sa) sono ai primi tre posti nella classifica generale dei comuni ricicloni con un percentuale di raccolta differenziata che varia tra i 97% e i 92%.
Il Sannio risulta nel 2019 il territorio più virtuoso, con una quota di raccolta differenziata che arriva quasi al 72% a Benevento e provincia. Seguono la provincia di Salerno con il 64.4% e quella di Avellino con il 64.3%. Tra i capoluoghi di provincia spiccano i dati di Avellino 71,31%, Benevento 62,11% e Salerno 59,60%, mentre sotto la media regionale si trovano Caserta 50,20% e Napoli 36,23%.
Inoltre Legambiente e Anci Campania lanciano la proposta di due leggi regionali. Una norma regionale urgente che stimoli e incentivi l’Economia circolare campana come hanno fatto altre regioni, a partire dall’Emilia Romagna, con ottimi risultati. Inoltre per rendere virtuoso il modello circolare c’è bisogno di fare allo stesso modo uno sforzo culturale per formare la cittadinanza circolare. A partire da informazione e trasparenza attraverso percorsi partecipativi per la lotta alle fake news che alimentano pregiudizi. Anche in questo caso esperienze di Leggi Regionali sulla “Partecipazione” dimostrano che la strada della informazione collegiale facilita l’aumento della consapevolezza nella cittadinanza che sentendosi coinvolta recupera anche la fiducia nell’azione politica e amministrativa, purtroppo ancora troppo poco trasparente nella gestione dei rifiuti. Per iniziare la sperimentazione di percorsi partecipativi su opere utili all’economia circolare e alla transizione energetica Legambiente e Anci sottoscrivono un accordo che li vedrà impegnati nei prossimi mesi.