Sono circa settantamila i lavoratori senza Green Pass in Campania secondo una stima di Confindustria. Di cui duemila camerieri e circa ventimila artigiani. Con l’entrata in vigore del decreto che ha introdotto l’obbligo della certificazione verde in tutti i luoghi di lavoro, si rischia la paralisi in più di un settore. L’allarme, lanciato dalle associazioni di categoria, trova il suo fondamento nei dati: su circa 700mila lavoratori campani si stima che il 10% sia privo di vaccinazione e quindi di Green Pass. Una percentuale che avrà il suo peso nello svolgimento delle attività lavorative, che dovrà misurarsi con uno scenario diverso, impattando sui ritmi e sulla regolarità del lavoro svolto.
Confesercenti Campania si sofferma su diverse criticità partendo dai numeri: “In Campania – spiega Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania – ci sono 30mila ristoranti, 7mila dei quali sono stellati: in essi circa 2mila hanno casi di dipendenti che non si sono vaccinati. Tra essi anche gli chef e i cuochi magari formati negli anni a spese dell’azienda. Con l’obbligo che entra in vigore dal 15 ottobre che succede? Chi paga i danni e chi supporta le attività?”. In tal senso, particolarmente vulnerabile è il mondo dell’artigianato, che in Campania conta 70mila imprese nel mondo della moda, delle calzature e della pelletteria. Secondo Confesercenti, almeno per 5mila attività il rischio è alto.
L’implementazione dell’obbligo di Green Pass per i dipendenti non è priva di difficoltà, soprattutto nelle piccole imprese del terziario e del turismo. A partire dall’organizzazione del lavoro nelle imprese che non possono contare su un’ampia forza di lavoro. La possibilità di sostituzione dei dipendenti senza Green Pass, prevista per le PMI, infatti non va oltre i 20 giorni, un lasso di tempo le associazioni di categoria considerano non sufficiente a formare ed inserire un nuovo lavoratore, ammesso che se ne trovino disposti a lavorare per un periodo così breve.
Il rischio dunque è che, in caso di assenza di un lavoratore per mancanza di certificato, le attività si trovino scoperte e costrette ad interrompere il lavoro. Una possibilità che si potrebbe tradurre in ulteriori oneri a carico delle imprese che, laddove il dipendente rivesta ruolo strategico per l’azienda, si vedrebbero costrette a sostenere i costi del tampone pur di non bloccare il servizio.
Ad oggi circa 8 milioni di italiani over 12 non hanno fatto nemmeno una dose, tra questi ci sono 4-5 milioni in età lavorativa. L’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori finora ha prodotto un effetto modesto sulle vaccinazioni. Rimangono indietro alcune fasce d’età, soprattutto gli over 48. La Fondazione Gimbe ha rilevato che con l’estensione del Green Pass i tamponi antigenici segnano un +57,7% in un mese. Un dato che documenta l’esistenza di una fascia della popolazione non intenzionata a vaccinarsi.