Il contagio al Sud ha subito un’evidente battuta d’arresto, tanto che si tratta di un dato ormai solidamente corroborato dall’evidenza dei numeri: numerose tra regioni e province hanno un numero di decessi inferiore a due cifre. A Napoli per la prima volta dall’inizio dell’emergenza epidemiologica si sono registrati zero nuovi contagi e zero decessi di persone affette da coronavirus.
L’R con zero’ è già sotto il valore di 1, si è attestato negli ultimi giorni attorno allo 0,8, con un’indice di contagiosità tra lo 0,83 e lo 0,78. Secondo l’Iss gli strumenti da impiegare per abbassarlo ulteriormente sono il contact tracing, l’uso dei tamponi, i dispositivi di protezione individuale, la permanenza dei Covid hospital, l’implementazione dell’efficacia della medicina territoriale. E la responsabilità dei comportamenti individuali.
Ma al Sud il fattore tempo è stato determinante per la gestione dell’epidemia, sia in termini di contagio spontaneo, grazie alle misure restrittive, sia in termini di ricerca dei positivi, attraverso l’esame del tampone al maggior numero di persone anche con sintomi lievi. La gestione del fenomeno da parte delle Regioni è stata tale che il rientro di massa non sembra aver inciso particolarmente sulla situazione generale.
La fine dell’emergenza Covid-19 in Italia potrebbe avere tempistiche diverse nelle Regioni a seconda dei territori più o meno esposti all’epidemia: in Lombardia e Marche, verosimilmente, l’assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di giugno, in Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio. Nelle altre Regioni l’azzeramento dei contagi potrebbe avvenire tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio. Questo secondo le proiezioni fatte dagli esperti dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal Professor Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio e Ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e dal Dottor Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio.
Le proiezioni si basano sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile e tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti dai DPCM. Pertanto, eventuali misure di allentamento del lockdown, con riaperture delle attività e della circolazione di persone che dovessero intervenire a partire da oggi, renderebbero le proiezioni non più verosimili. Infine, si sottolinea che la precisione delle proiezioni è legata alla corretta rilevazione dei nuovi contagi, è infatti noto che questi possono essere sottostimati a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati.
Secondo le proiezioni dell’Osservatorio a uscire per prima dal contagio da Covid-19 sarebbero la Basilicata e l’Umbria, le quali il 17 aprile contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi; le ultime sarebbero le Regioni del Centro-Nord nelle quali il contagio è iniziato prima. In Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non è lecito attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno. Infatti, per entrambe le Regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento. Nella Regione Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio, nel Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare ad avvenire tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio. La Campania, secondo le elaborazioni, dovrebbe diventare una regione a contagio zero entro il 9 maggio.
Le proiezioni effettuate evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla così detta “fase 2” dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione. Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, con molta probabilità, potrebbe riportare indietro le lancette della pandemia e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati.