Con lo slogan “Rompiamo il silenzio” e una manifestazione a Bologna il 5 Maggio scorso è partita ufficialmente la campagna nazionale per il blocco degli affitti e delle utenze. Migliaia di studenti e precari, infatti, si sono uniti in un coordinamento lanciato da “Noi Restiamo” e “Asia – Usb” per denunciare l’inefficacia dei provvedimenti del governo in relazione alla difesa delle fasce più deboli della popolazione e richiedere con forza il blocco del pagamento delle utenze e degli affitti. Anche in Campania, è stato lanciato, con una fotopetizione social e un azione nel giorno del lancio nazionale, un coordinamento che provi a mostrare le contraddizioni di una regione con numeri elevati di affitti a nero, di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa che non hanno avuto accesso a nessun aiuto, di studenti fuorisede o in sede che non riescono più a sostenere le spese per portare avanti gli studi.
“Abbiamo voluto lanciare anche in Campania un coordinamento di precari e studenti per alzare la voce rispetto alle ingiustizie che subiamo ogni singolo giorno. – dichiara Lucia Stiuso – La Campania e il Sud Italia in toto sono terre di sfruttamento, lavoro nero e grigio, lavoro sottopagato, disoccupazione e precarietà. Siamo stanchi di vivere tra le promesse di chi non risponde con concretezza ai bisogni delle fasce deboli e chi continua a fare la sua personale campagna elettorale sulla pelle delle persone. Il presidente De Luca sta ripetendo come un mantra, tra dirette social e ospitate televisive, che il piano socio-economico regionale è un grande risultato per i campani. Noi siamo convinti, invece, dell’esatto contrario perché chi non ha nulla o ha poco continua a non avere sostegno alcuno!”
“É aberrante che un problema così delicato come quello degli affitti e delle utenze per delle categorie assai vulnerabili come quelle degli studenti, dei lavoratori precari e dei giovani in generale, sia rimasto fuori da ogni discussione politica sia a livello nazionale che regionale – afferma Nicolò Di Luccio – “Le istituzioni non hanno fatto altro che scaricare i costi della crisi sulle classi più deboli e questo non lo possiamo accettare: non è possibile restare a casa se non si hanno le tutele economiche e sociali per farlo. La campagna che stiamo portando avanti non è che l’inizio di un percorso che vede studenti e precari lottare fianco a fianco per rivendicare i propri diritti e l’emergenza Covid-19 ha solo accelerato questo processo: siamo stufi di dover scegliere sfruttamento ed emigrazione, vogliamo che il nostro futuro sia qui e lotteremo contro tutte le iniquità istituzionali e sociali. La battaglia è appena iniziata”.