“Finisce un ciclo e ne inizia un altro, fuori dal campo, ma sempre nel calcio. Sono orgoglioso di quanto fatto nella mia carriera, non cambierei nulla. In ogni piazza ho lasciato buoni ricordi, spero di essere ricordato come uomo più che come giocatore. Ringrazio tutti, compagni, allenatori, presidenti, ringrazio Lotito e Mezzaroma che mi hanno dato la possibilità di intraprendere questo ruolo, come ha detto il direttore è una cosa della quale si era già parlato in passato, ringrazio anche Ventura che mi aveva dato modo di essere parte del gruppo. Avevo tante richieste, io di solito i progetti li sposo e li finisco, magari non li sposerò da calciatore ma in un’altra veste”.
Emanuele Calaiò non è più un calciatore della Salernitana, squadra nella quale continuerà nella nuova veste di dirigente del settore giovanile.
“Avrei voluto finire la carriera avendo fatto duecento gol, ne mancavano pochi, ma sono contento perché ho intrapreso questo nuovo ruolo, l’avrei fatto a giugno ma ho anticipato di qualche mese. Spero di dare quello che ho dato da calciatore, quello che ho dato in campo, l’esperienza, la maglia granata, il mio obiettivo sarà quello di trovare talenti in Campania, vivo a Napoli e ne vedo tanti che possono diventare grandi calciatori, io stesso sono cresciuto in strada e ho fatto la mia carriera. Faccio parte di questa famiglia e spero di dare il massimo”.
Sulle critiche ricevute
“Qualcuno ha detto che venivo a prendere la pensione a Salerno, se volevo prendere la pensione arrivavo fino a 40 anni, c’erano tante offerte e potevo rubare lo stipendio. Sono contento di quello che ho fatto, io avrei voluto fare qualcosa di più per la maglia della Salernitana, ma non sono voluto andare via, voglio finire comunque il ciclo qui”.
Sui ricordi più belli della sua carriera
“Sono tanti i gol che ricordo, i campionati vinti li ho tatuati sul braccio, la cosa più amara è stata la mia squalifica, il periodo più buio, ho passato sei mesi brutti, era immeritata ma ho passato in 22 anni molti più momenti emozionanti, le scelte le ho fatte con la mia testa, a volte ho che litigato con mio padre e con il mio procuratore per fare scelte mie. Mi hanno scritto in tanti, giocatori, allenatori, amici di infanzia, colleghi della Salernitana, ieri avevo scritto ai miei compagni che avrei intrapreso un nuovo ruolo. La motivazione è sempre la stessa, sono sempre stato motivato quando ho iniziato un ciclo”.
Sulle motivazioni che l’hanno portato a questa scelta
“Avevamo deciso di parlarne dopo il mercato, il mister era a conoscenza di questa mia volontà, mi sentivo comunque bene, e non si sapeva se potevo giocare tante partite o poche, ma a questa età si fanno tanti ragionamenti, a Napoli ho passato quattro anni e mezzo, vivo lì, la mia famiglia è di lì, anche a Siena e Parma sono stato benissimo, al Napoli auguro il meglio. L’ho voluta fare prima questa scelta, non sono né il primo né l’ultimo a fare una scelta del genere. A 37 anni sto bene ma gli acciacchi ci sono, potevo pensare di fare un’altra annata, ma se saltava poi questa proposta a giugno? L’ho presa al volo, ho solo anticipato di qualche mese”.