Meccanico è lo pseudonimo, dall’origine a noi misteriosa, di Alessandro Sica, giovane Dj, producer e tecnico del suono che fa parte della sfera artistico-musicale salernitana.
Alessandro ha da poco compiuto 22 anni, ma la sua passione per la musica elettronica è iniziata alle prime feste preadolescenziali quando, appena dodicenne, ammirava ed osservava i ragazzi poco più grandi stare dietro alla consolle e li guardava con curiosità e voglia di imparare.
L’inizio ufficiale lo deve ad un caro amico Dj, il quale lo ha introdotto giovanissimo nel mondo della musica elettronica amatoriale. Da qui la scintilla, anche se il mio vero maestro è stato Marco Montefusco, uno dei Dj più famosi del salernitano e della Campania, con il quale ha iniziato davvero a studiare e a imparare come diventare un vero professionista.
“Da quando avevo 18 anni lavoro come Dj e a gennaio dello scorso anno è uscito il mio primo singolo dal titolo “Back”. Ho mosso i primi passi grazie all’ispirazione di un Dj Olandese, Don Diablo, pioniere di un genere di musica particolare, il Future Bass”.
“Ho iniziato a produrre musica con la speranza di andare via da Salerno, spiega Alessandro, non perché non mi piaccia stare qui, ma talvolta ho un desiderio che si tramuta nella necessità di girare il mondo, scoprire nuovi mondi, nuove culture e far conoscere la mia musica. L’arte è immortale, faccio mio questo insegnamento di Shakespeare perché mi ricorda che anche se il corpo è destinato a morire, la tua arte può e deve rimanere immortale”.
Alessandro Sica, musica e Resilienza. Un singolo per esorcizzare la rabbia e la frustrazione
Un po’ come per tutti noi, artisti e non, l’ultimo biennio ha messo a dura prova quella che con una crasi moderna si è soliti definire Resilienza. Che piaccia o no, questo sostantivo le nostre vite dall’inizio del 2020 e, all’alba del 2022, abbiamo potuto osservare veri e propri esempi di chi è riuscito ad adattarsi e a reinventarsi. Come sottolinea il Meccanico “il covid ha bloccato la musica dal vivo, ma non la produzione musicale. Dalla debolezza ne abbiamo tratto la forza di produrre più musica, per far fronte alle serate annullate a causa del Covid“.
“Le serate sono state un po’ messe da parte. Era impossibile trovare restrizioni efficaci e attualizzabili che permettessero di suonare dal vivo, come nelle piazze così come nelle discoteche. Il mio ultimo singolo, Fu*k It, è uscito il 12 novembre ed è stata appunto una nota liberatoria dalla negatività e dai momenti spiacevoli che mi circondavano; quindi, è un singolo molto introspettivo, con un significato per me molto importante. Un’imprecazione a tutto ciò che mi ha fatto stare male, una sorta di rivincita sotto molti punti di vista”.
Così come Alessandro, molti ragazzi sperano di trasformare questa grande passione in un vero e proprio lavoro.
“Ad un ragazzino che condivide con me la passione per la musica elettronica direi che la produzione musicale è diventato un qualcosa di molto complesso. Ci vogliono molti soldi, ma anche tanta passione; a chi si affaccia a questo mondo per la prima volta, consiglierei quindi di ascoltare tanta musica, cercando di realizzare un prodotto nuovo, puntando sulla qualità. Per citarne uno, Imanbek è un esempio di come la sfera della musica elettronica stia cambiando e si stia evolvendo. Molti possono produrre musica, non è più riservata ai grandi artisti. Bisogna sempre tenere presente l’esempio dei grandi pionieri come Avicii, Martin Garrix e Tiësto perché è proprio grazie a loro in ogni parte del mondo si produce musica”.
La molta concorrenza, per così dire, è l’altro lato della medaglia, ed è in questo spietato contesto che un piccolo dettaglio può davvero fare la differenza, nella musica, così come nella vita.