“Ringrazio le Procure di Nocera e Torre Annunziata e tutti i Carabinieri che da questa mattina sono impegnati in una serie di controlli a tappeto negli uffici di numerosi comuni del bacino del fiume Sarno“. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha commentato la notizia dell’avvio dei controlli, dalla mattinata odierna, da parte dei Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, NOE di Napoli e Salerno, su delega delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Nocera e Torre Annunziata, nell’ambito delle indagini finalizzate ad accertare le cause e il grado dell’inquinamento del fiume Sarno.
“Dopo la stretta sui controlli nelle aziende, dei mesi scorsi – ha continuato il ministro – ritengo sia doveroso controllare anche le amministrazioni pubbliche per fare luce sulle dinamiche che hanno reso inadempienti numerosi comuni dell’area Sarno nella depurazione delle acque reflue urbane. Se gli inquirenti riscontreranno responsabilità da parte di amministratori e funzionari – ha concluso il ministro – chi ha messo a rischio la salute dei cittadini e danneggiato gravemente l’ambiente farà i conti con la giustizia”.
L’attività investigativa in corso fa seguito ad una prima fase di controlli, tuttora in atto, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio compreso nel bacino idrografico del Sarno. Nel corso delle indagini sin qui condotte dai Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, con il supporto dei Gruppi Carabinieri Forestali di Napoli, Salerno e Avellino, e coordinate dalle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, è emerso che numerosi Comuni ricadenti nei circondari di Nocera e Torre Annunziata risultano allo stato privi di collettamento agli impianti di depurazione esistenti o addirittura privi di una propria rete fognaria, con la conseguenza che i reflui domestici vengono riversati direttamente nel corso d’acqua, contribuendo al grave inquinamento sia del fiume Sarno che dell’area marina adiacente la foce del fiume.
L’attività odierna prende spunto dalla constatazione che, dall’esame dei risultati delle analisi dei campioni d’acqua del fiume Sarno, effettuati dall’ARPA Campania, che collabora con i Carabinieri sin dalle prime fasi della complessa indagine, è emerso che, con riferimento a determinati parametri, tra i quali quello batteriologico dell’Escherichia Coli, lungo tutto il corso del fiume Sarno, si riscontrano valori di concentrazione elevati che eccedono di gran lunga il limite massimo fissato per legge, tanto da rendere impossibile, per lo strumento di analisi utilizzato, rilevarne l’esatto valore, soprattutto in prossimità della foce del fiume.
Si tratta di uno di quegli elementi di pressione ambientale, caratteristico della contaminazione fecale, proveniente dagli scarichi dei servizi igienici delle abitazioni e degli opifici industriali, la cui presenza rappresenta un importante bioindicatore della compromissione della salute delle acque e assume particolare rilevanza per le possibili conseguenze negative sulla salute dell’uomo e/o degli animali, trattandosi di organismi patogeni capaci di provocare malattie trasmesse per via idrica, che, attraverso differenti modalità, possono dare origine a patologie mediante la circolazione dei germi patogeni.
L’attività investigativa delegata ai Carabinieri dalle Procure della Repubblica di Nocera Inferiore e Torre Annunziata, che attualmente interessa i Comuni di Angri, Sarno, Scafati, Poggiomarino, Striano e Santa Maria La Carità, ma che è destinata ad interessare anche altri Comuni dei rispettivi circondari che versano in condizioni analoghe, è diretta ad accertare le cause della mancanza o dell’inattività delle reti fognarie e del mancato collettamento delle stesse, ove esistenti, ai depuratori. Oltre ad acquisire un quadro ricognitivo completo dell’attuale stato di inquinamento del fiume Sarno derivante dai reflui domestici non depurati, attraverso un approfondimento in ordine alle modalità di gestione delle acque reflue e allo stato di avanzamento delle opere fognarie e dei collettori di collegamento delle reti fognarie ai depuratori esistenti. Ed infine verificare l’eventuale stanziamento di fondi pubblici per la realizzazione di tali opere e le modalità di utilizzo degli stessi.