Mario Panzarella, ventinovenne laureato in Giurisprudenza, è tonato a Salerno durante il lockdown dalla Spagna. Non si è però accontentato di plaid e Netflix ma ha deciso di dare una mano concreta per migliorare la nostra città pulendo volontariamente alcune spiagge della zona orientale. L’ho intervistato e ho passato tre ore con lui a ripulire la spiaggetta libera tra lo stabilimento Miramare e Lido. A pensarci, è un piccolo lembo di sabbia ma è inimmaginabile il numero di cartacce, mozziconi di sigaretta, polistirolo, pezzi di plastica che abbiamo trovato. Che senso di soddisfazione, però, dopo tre ore sotto il sole guardare quelle due buste e voltare gli occhi verso la spiaggia più pulita.
Mario ci racconti come mai hai avuto questa idea?
L’iniziativa è nata dal bisogno e senso civico del dovere di riappropriarmi dei miei spazi di concittadino ed essere umano: la natura è un “luogo” anche nostro. Volevo dare anche un valore simbolico a questo gesto anche per tutte quelle persone uscite dal lockdown: trovare una spiaggia più pulita e far capire che sono i piccoli gesti che fanno le rivoluzioni.
Cosa potremmo fare per rendere i cittadini più responsabili verso un bene comune quale l’ambiente?
Come singoli dovremmo prenderci cura del circostante: non solo del mare e della spiaggia ma anche dell’uscio fuori casa, dei parchi, dei giardini e, soprattutto, educarsi al consumo. Adottare dei comportamenti che riducano l’utilizzo di materie plastiche. Anche banalità come evitare le cannucce o portarsi una borsa di tela al supermercato possono fare la differenza: sono dei micro-comportamenti che hanno un loro valore importante. In ultimo dovremmo renderci conto della falsità della narrazione di una crescita svincolata dal rispetto ambientale. Ecologia e economia hanno la stessa radice etimologica: vengono dal greco e hanno il significato di “prendersi cura della casa”.
Quanto è importante per te prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo, come dici tu la nostra “casa”, e come potremmo farlo?
Ad esempio con un’iniziativa come la mia, molto semplice, di pulire una spiaggia. Ho potuto applicare nel concreto tutti quei principi che vengono urlati sui social e poi difettano di attuazione. In questi giorni in cui ho pulito la spiaggia ho raccolto numerosi feedback, sia positivi che negativi. Non lo faccio per trarne alcun merito e, quindi, mi sono concentrato sui negativi. Alcune persone mi spingevano ad abbandonare, dicendomi “ma chi te lo fa fare?” o “domani la plastica ritornerà”. Non sono un illuso, lo so da me. Tuttavia il valore simbolico ed educativo dell’esempio ha anche un senso nel far provare a tutte quelle persone incivili che rovinano le nostre spiagge un po’ di vergogna.
Quali sono i sentimenti che hai provato dopo aver pulito, per la prima volta, la spiaggia?
Un senso di soddisfazione, orgoglio e fame perché si bruciano parecchie calorie nel pulire la spiaggia! Volevo anche ringraziare l’associazione Ecomondo, presieduta dal mio amico Michele Landi, che si è messa in moto per la promozione e per il sostegno a questa mia iniziativa che spero possa trovare accoglienza e persone volenterose in altre spiagge della nostra Provincia.
Due famiglie sono sulla spiaggia con i bambini mentre noi raccogliamo cartacce e plastica dalla sabbia. Un marito curioso ci chiede cosa facciamo, se ci paghino, perché lo facciamo. Ha una sigaretta tra le dita e ci dice di non sapere dove buttarla. Una volta finito di fumare se la mette in tasca, Mario gli sorride e gli dice “I pantaloni si lavano mentre quella cicca sulla spiaggia resterebbe per anni e anni”. Eh sì, è proprio vero che – come dice Mario Panzarella – “sono i piccoli gesti che fanno le rivoluzioni”.