La famigerata “fase due”, il momento in cui il Paese uscirà dal lockdown, scatterà il 4 maggio, e il Governo si appresta a varare le linee guida da fornire ai cittadini per affrontare una fase comunque delicata, di convivenza forzata con il virus, di prevenzione e di controllo del rischio. “In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni”, ha dichiarato il premier Conte. L’allentamento delle misure deve quindi avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. La riapertura avverrà sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati.
Per l’Esecutivo questo programma deve avere un’impronta nazionale, tenendo però conto delle peculiarità territoriali. Le videoconferenze degli ultimi giorni sono servite proprio a cercare la quadra con le Regioni e i territori, scongiurando però lo scatto avanti dei governatori. E’ al vaglio un Piano di progressive riaperture omogeneo su base nazionale e che consenta di riaprire buona parte delle attività commerciali, tenendo però sotto controllo la curva del contagio in modo da poter intervenire nel malaugurato caso di una risalita: ogni misura potrà essere modificata in senso restrittivo a seconda della realtà locale. In merito a eventuali nuovi blocchi, l’attenzione sarà rivolta ad alcuni parametri sanitari e alla situazione nelle terapie intensive.
La task force di Colao ha escluso la possibilità di concedere ad alcune aziende di poter riaprire prima della fine del lockdown. Quasi tre milioni di italiani rientreranno al lavoro direttamente il 4 maggio. E successivamente sarà osservata una gradualità. Innanzitutto saranno introdotte regole di distanziamento sociale, addirittura oltre un metro e mezzo. Rimarranno le autocertificazioni per gli spostamenti e, probabilmente per l’intero mese di maggio, permarrà il divieto di trasferimento da una regione all’altra. Numerose le ipotesi allo studio per tutelare le fasce più deboli, quelle esposte a un virus che comunque continuerà a circolare. Gli over 65 potranno probabilmente uscire solo in alcune fasce orarie, sicuramente non negli orari di punta. Salterà il divieto di fare sport e anche il vincolo di praticare attività fisica nei pressi della propria abitazione. Per la riapertura di locali, bar e ristoranti bisognerà attendere la fine del mese di maggio, mentre per almeno due settimane a partire dalla fine del lockdown saranno sconsigliati gli assembramenti anche al’interno delle abitazioni private.
In relazione alle mascherine si discute sull’obbligatorietà. In Campania l’uso sarà obbligatorio da fine aprile. Il commissario Domenico Arcuri ha comunicato che attualmente vengono consegnate 4 milioni di mascherine al giorno, a fronte di una richiesta di 7 milioni. E già si dibatte sul prezzo, sulla possibilità di calmierarlo. Allo studio vi è anche un protocollo per i mezzi pubblici, per evitare che il contagio riparta da chi si reca a lavoro utilizzato il trasporto pubblico, soprattutto nelle grandi città.