Dopo le polemiche causate dal funzionamento e dal posizionamento dell’autovelox, la Cilentana continua ancora a far discutere per il ritrovamento di micro-discariche situate nelle piazzole di servizio e lungo gli imbocchi stradali. L’area su cui si concentrano maggiormente le denunce si trova tra gli svincoli di Prignano Cilento e Diga Alento, all’uscita della galleria, procedendo verso Vallo della Lucania.
Buste colme di immondizia disseminate nel verde e altre tipologie di rifiuti, che creano anche danni alla circolazione, hanno fatto scattare la denuncia di numerosi automobilisti. Nel luglio del 2019 un accordo tra Anas e Parco Nazionale del Cilento avrebbe dovuto garantire una bonifica lungo l’intero tratto stradale.
Era stata inoltre promessa una convenzione per una manutenzione costante delle strade ma il problema, ad oggi, pare ancora irrisolto. L’Anas ha invitato i comuni competenti, le Comunità montane di pertinenza con le società e gli operatori incaricati, a liberare le piazzole dai rifiuti e dalle erbacce, mensilmente. I sindaci hanno prontamente risposto, confermando che il numero del personale a disposizione non è in grado di portare a termine costantemente tutte le mansioni richieste.
Pertanto, si è fatto appello a Carabinieri e Forestali affinché possano lavorare sulle foto-trappole e sui servizi di videosorveglianze ed incastrare chi abbandona i rifiuti lungo le strade. Le indagini hanno confermato che nei punti in cui le telecamere non risultano funzionanti, per problemi tecnici, sono stati avviati già i lavori per il ripristino ed, inoltre, emergono le costanti sollecitazioni all’azienda che dovrebbe garantire la fornitura per l’installazione delle apparecchiature. Il sindaco di Prignano Cilento, Giovanni Cantalupo, ha chiarito la questione sulla videosorveglianza:
“La videosorveglianza sarà installata, anzi è già prevista in merito al progetto sulla restaurazione delle 21 facciate, per il quale ci sono state garantite sette telecamere con l’offerta migliorativa. La ditta che avrebbe dovuto fornircele non ha rispettato l’accordo, ma abbiamo deciso di virare su un altro progetto, fondato sui 40 mila Euro stanziati dal Ministero dell’Interno, per potenziare il sistema. Aggiungo, inoltre, nei giorni scorsi è stato eseguito un sopralluogo per l’installazione, che verrà effettuata a breve termine, delle foto-trappola”.
E’ doveroso ricordare che le sanzioni per i privati cittadini che abbandonano/depositano i rifiuti in strada e ovunque non sia espressamente consentito, vanno da un minimo di 300 euro ad un massimo di 3.000 euro, in relazione alla quantità/pericolosità dei rifiuti.
Se, invece, si tratta di un’attività professionale oppure con una condotta pianificata e organizzata il reato penale potrebbe costare anche fino a due anni di reclusione con ammende massime di 26 mila Euro. La pena è analoga se l’abbandono è fatto da coloro che sono addetti alla raccolta, trasporto, recupero, smaltimento e commercio dei rifiuti.