Il Tar ha sospeso il maxi-concorso della Regione Campania. I giudici hanno riscontrato la violazione dell’anonimato. Con sentenza è stata sospesa la procedura per l’assunzione di 950 unità a tempo indeterminato per la categoria D. Diversi candidati esclusi, per il tramite dello Studio Legale Leone Fell & C., hanno promosso un ricorso per contestare le modalità operative con cui il Formez e la Commissione Ripam hanno gestito la selezione.
Così i Giudici, con ordinanza n. 218 del 12 febbraio, hanno stabilito che «sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, sia pure, per quanto si preciserà infra, nei limiti della sospensione della procedura concorsuale in corso, non resistendo i gravati atti alle censure demolitorie dedotte con il primo motivo di ricorso».
Il concorso sarà sospeso fino al prossimo 6 ottobre, giorno in cui si terrà l’udienza pubblica che dovrebbe definire il processo.
Gli esclusi, difesi dagli avv.ti Francesco Leone, Simona Fell e Ciro Catalano, hanno contestato il mancato rispetto del principio dell’anonimato delle prove.
Il rispetto del principio risponde all’esigenza di salvaguardare la segretezza degli autori delle prove scritte fino a quando la correzione non sia stata ultimata. Si tratta di garanzie procedurali che consentono la parità di trattamento tra i candidati e la valutazione obiettiva dei loro elaborati. Nello specifico, i candidati, in conformità alle indicazioni contenute nelle istruzioni per lo svolgimento della prova preselettiva, hanno apposto sul figlio risposte a lettura ottica e sul cartoncino anagrafico due talloncini identici, contenenti medesimo codice a barre e, immediatamente al di sotto, identico codice numero di sei cifre. I fogli risposte e i cartoncini contenenti i dati anagrafici non sono stati chiusi in busta sigillata e priva di generalità all’esterno dai candidati, come prescritto peraltro dall’art. 14 del D.P.R. 487/94. Il predetto codice numerico, facilmente memorizzabile e identificabile, ha finito per svolgere, almeno potenzialmente, funzione di segno di riconoscimento, essendo riconducibile immediatamente all’identità dell’autore dell’elaborato, ed essendo possibili alterazioni o manipolazioni della prova.
Il Tar ha rilevato inoltre che nonostante l’utilizzo di sistemi ottici di correzione, idonei ad assicurare massima rapidità delle operazioni di valutazione, la fase di correzione delle prove preselettive si è immotivatamente protratta per tre mesi.
Lo Studio Legale Leone Fell & C. ha proposto il medesimo ricorso anche per la selezione parallela finalizzata all’assunzione di 1.225 unità di personale a tempo indeterminato presso diversi enti della regione Campania. Questa volta la selezione è stata riservata ai candidati in possesso del solo diploma.
Per il concorso è stata fissata l’udienza cautelare per il prossimo 25 febbraio.