A Mercatello, precisamente a Via Parmenide, c’è una piccola ma splendida realtà: il Centro di Yoga e Discipline Olistiche Tadasana. Basta varcare la soglia del centro, a pochi passi dal caos del traffico e della strada, per ritrovarsi catapultati in un’altra dimensione fatta di relax e tranquillità.
Abbiamo chiesto alla direttrice del centro Tadasana, Alessandra Natella, com’è iniziata la sua passione per lo yoga. “Già era da tempo che leggevo, ricercavo, poi nel 2009 sono entrata in una scuola di yoga perché sentivo di essere molto stressata e avvertivo una mancanza di equilibrio sia nell’affrontare il lavoro che le relazioni. Non ho mai amato la palestra e avvertivo che non fosse la strada giusta per me – racconta Alessandra – L’incontro con lo yoga è stato una rivoluzione nella mia vita. Mi ha dato la sensazione di un ritorno a casa: le posizioni che mi venivano proposte, l’attenzione al respiro erano qualcosa che faceva parte di me e che il mio corpo non aveva dimenticato. Una sensazione di libertà, espansione, naturalezza che mi portava ad ascoltarmi. Non è stato un amore a prima vista ma qualcosa di profondo che, mano a mano, mi ha affascinata. Mi trovavo sempre davanti a cose nuove, attinenze con la spiritualità, tra il nostro parlare popolare e ciò che lo yoga dice a proposito della relazione tra il corpo e le emozioni”.
Ma per Alessandra, ben presto, lo yoga è diventato qualcosa di più che un semplice svago e un modo per entrare in contatto con se stessa. “Lo yoga è la meditazione del corpo – ha continuato Alessandra – All’uomo di oggi dà la possibilità di fermarsi e darsi uno spazio per sé stessi, non c’è apparenza, competizione. Ognuno ha le sue necessità: la gestante per rilassarsi, le altre persone desiderano risolvere alcuni problemi fisici o come complemento da affiancare alla palestra, per l’anziano è riascoltarsi in maniera diversa, stare in compagnia o recuperare alcune rigidità”.
Infatti, il centro Tadasana si occupa dello yoga a tutto tondo e per tutti: yoga per bambini, adulti, gestanti e over 65. Ma cosa significa Tadasana? “Ho chiamato questa scuola Tadasana – spiega la direttrice – la posizione della montagna, perché è una delle posizioni più semplici ma anche una colonna portante, è base ed è basilare per poggiare molto lavoro delle asana. Nella sua semplicità è una grande possibilità di osservazione e ascolto interiore, senza giudizio. È una meditazione del corpo e l’osservazione costante di me stessa, attenta al respiro, è ciò che lo yoga ha fatto con me e che mi ha trasformata”.
La scuola si trova in un punto nevralgico della città di Salerno, ma lontano dal caos più animato. “Mi piaceva il fatto che fosse in questa zona perché è fuori dal caos – continua, ancora, Alessandra – Le persone che vengono qui mi vengono a cercare perché hanno voglia di fare qualcosa di nuovo. Non è importante, però, tanto il dove ma il come: ho avuto l’intuizione di essere fronte-strada, il dentro e il fuori ravvicinati in modo da essere a contatto con il mondo esterno. Un fuori che è a un passo ma appena si entra si arriva in un’altra dimensione. Il dentro e fuori molto ravvicinato, la vicinanza con le faccende ordinarie, il traffico bilanciano e si equilibrano con il desiderio di fermarsi, staccare e trovare un angolo di pace. Un ambiente dove prevale il bianco, la luce soffusa, il verde della natura e in cui c’è riservatezza ma non un totale isolamento. Volevo creare un ambiente più naturale possibile: lo yoga non ha una caratterizzazione religiosa anche se ha tanto di spirituale. Mercatello è un quartiere molto tranquillo ma c’è un po’ di apatia e poca sensibilità nei confronti della disciplina che pratichiamo. C’è poca curiosità, le persone fanno fatica a distinguerla da altre attività fisiche come il pilates o la palestra ma in generale fanno fatica a trovare il tempo per fermarsi e recuperare il contatto con sé stessi”.
Cercando di prendere confidenza con questa disciplina e con tutto ciò che le riguarda, ad attirare la nostra attenzione è una particolare pratica che svolge Alessandra nel suo centro: l’orthobionomy.
“Orthobionomy significa corretta interpretazione delle leggi della natura e si inserisce perfettamente nello spirto dello yoga – spiega lei stessa – L’operatore fa distendere la persona sul lettino stimolando il rilassamento con tocchi e pressioni leggere. Con il rilassamento diventiamo più ricettivi e accogliamo sia gli stimoli fisici che emozionali. Attraverso il tocco delicato e le manovre dell’operatore si stimolano i riflessi autocorrettivi di ognuno: recupero posturale, problematiche legate a traumi sia fisici che emotivi, cefalee, emicranie, problemi legati alla schiena o alle articolazioni possono essere risolti attraverso l’orthobionomy. È possibile attraverso questa disciplina risolvere anche problematiche legate allo stress, a tensioni o dolori cronici perché stimola le capacità di recupero di ognuno. Perché lo sguardo dell’osservatore cambia l’osservato e può sciogliere anche le emozioni cosa che fa anche lo yoga”.
Oggi siamo immersi in una società che, troppo spesso, non permette di rilassarsi, di fermarsi a respirare. Tutto corre veloce verso uno scopo. “Lo yoga riesce a creare una routine in cui si riscopre l’attenzione verso sé stessi e il proprio corpo – conclude Alessandra – Il cambiare continuamente è coerente con il mondo attuale ma porta con sé il gene dell’irrequietezza. Ripetere spesso una posizione permette di sperimentare l’ascolto ed esplorare gli affetti delle asane sul proprio corpo. C’è bisogno di ripeterle perché ciò porta spesso a scoperte nuove di sé stessi. Ciò va in controtendenza magari rispetto al vivere moderno ma non rispetto all’essere umano che ha bisogno, comunque, di routine perché creano sicurezze. Lo yoga insegna a fermarsi e dà la possibilità di rallentare: questo ascolto permette di conoscere i propri limiti. La lentezza, la fluidità dei movimenti, ha benefici sulla postura e scioglie le tensioni e sul rilassamento mentale. Riesce anche a far riemergere delle emozioni sopite o costantemente radicate dentro di noi lasciandole affiorare alla mente in maniera diversa. Chi pratica yoga può osservare le proprie emozioni, elaborarle e viverle in maniera nuova”.