Alla vigilia del match chiunque avrebbe firmato per una vittoria. Anche se con un solo gol di scarto. Non tanto in considerazione della caratura tecnica dell’avversario, quanto più per le incognite che gravavano su uno spareggio disputato dopo oltre venticinque giorni dall’ultima gara di campionato. Ma l’andamento di una partita può radicalmente cambiare il valore di un successo. È un’antica legge del calcio, capace di incupire i volti e di infittire i pensieri di chi si ritrova comunque a prevalere al fischio finale. Questa sera è toccato ai granata provare le sensazioni contrastanti che seguono a una vittoria monca del doppio vantaggio finale, accarezzato durante l’intera partita. Il pubblico si è stretto intorno alla sua squadra. Nonostante i tempi stretti per accaparrarsi il biglietto, sono accorsi in 12mila. I tifosi hanno risposto presente, chi ha disertato l’ha fatto con coraggio, sicuramente vacillando. La contestazione è proseguita anche sugli spalti questa sera. Società bersaglio dei tifosi soprattutto nel settore distinti. I numerosi cori lanciati all’indirizzo di Lotito e di Fabiani, testimoniano l’ormai difficile rapporto con l’attuale società. Una frattura difficilmente ricomponibile se non alla prova dei fatti.
La cronaca
Un finale amaro guasta la serata dell’Arechi, iniziata sotto i migliori auspici con una Salernitana più tonica e abile nel creare occasioni da gol. Da subito in partita e con il piglio giusto, la squadra di Menichini cerca di imporsi su un Venezia ancora stordito dagli stravolgimenti delle ultime settimane e che fino all’ultimo ha tentato di non giocarla. Primi tredici minuti senza occasioni degne di nota. Poi sale in cattedra Milan Djuric, l’elevazione è il suo forte e il bosniaco lo dimostra abilmente con un colpo di testa da manuale che brucia l’estremo difensore lagunare su cross di Lopez. Con la rete del vantaggio granata, il centravanti conferma l’esplosione degli ultimi mesi, dopo una stagione sostanzialmente anonima. Trascorsa in controtendenza rispetto alla squadra. Il Venezia accusa il colpo, si affaccia timidamente nell’area dei padroni di casa. Al venticinquesimo nuovo affondo granata, completato dal capolavoro di Jallow: girata al volo, il rimbalzo trae in inganno Vicario e la palla si deposita in fondo al sacco. Un raddoppio propiziato dalla spizzata di Djuric a beneficio del compagno, decisiva nell’innescare la prodezza. L’episodio che può cambiare l’inerzia del match avviene al minuto trentaquattro, un evidente tocco di mano in area di Mantovani non viene sanzionato nemmeno dopo tutte le verifiche del caso, il canonico check della sala Var. Granata graziati e Cosmi imbufalito. A cinque minuti dall’intervallo è invece Micai a salvare il risultato su Lombardi. Venezia più intraprendente a inizio ripresa. Le occasioni create, tuttavia, non impensieriscono Micai. Si combatte a centrocampo, la linea mediana promossa da Menichini, tutta corsa e fisicità, spezza ripetutamente la già elaborata manovra del Venezia. La disposizione tattica della Salernitana rende difficile la vita alla squadra di Cosmi, brava a rimanere in partita fino alla fine. La lunga inattività sembra aver condizionato solo in parte i protagonisti in campo. Ne risente di più la Salernitana nel finale: il calo, abbinato a una scarsa lucidità in fase di gestione, lancia gli arancionero- verdi all’assalto finale. La schiacciata di testa da parte di Zampano al minuto settantacinque e il bolide di Pinato due minuti dopo, rappresentano il preludio all’occasione più eclatante, capitata sulla testa di Modolo a nove minuti dal termine. I cambi non consentono alla Salernitana di addormentare definitivamente la partita e di risparmiare qualche energia in vista del ritorno di domenica al Penzo. Nel recupero un colpo di testa di Zigoni, subentrato a Pimenta, batte Micai e beffa l’Arechi. È il gol che rianima le speranze dei veneziani e getta sul ritorno un carico d’incertezza che in molti avrebbero sicuramente evitato dopo le vicissitudini di una stagione disgraziata. L’ultimo brivido percorre l’Arechi a tempo quasi scaduto, il Venezia sfiora il pari ma ormai la testa è già rivolta ai novanta minuti che decideranno le sorti di entrambe le squadre.