Lo scorso 3 aprile la Conferenza Stato-Regioni aveva raggiunto un accordo per il ricalcolo con sistema contributivo di 3.300 ex consiglieri regionali, stimando un risparmio annuo di 22 milioni. A recepimento dell’intesa, la Regione Campania ha approvato una norma che riduce gli assegni a 232 ex consiglieri. Ma l’art. 5 dello stesso provvedimento recita che “a decorrere dalla X legislatura regionale, ai consiglieri eletti nella stessa legislatura o nelle successive, spetta un’indennità a carattere differito, determinata con il metodo di calcolo contributivo ai sensi delle disposizioni che seguono e corrisposta alla cessazione del mandato consiliare regionale”. Con un gioco semantico, “vitalizio” viene sostituito da “indennità a carattere differito”. Come riportato dall’edizione odierna del quotidiano La Repubblica, le differenze tra i vitalizi di ieri e le indennità a carattere differito di oggi sono minime e riguardano modifiche apportate più nella forma che nel contenuto. L’assegno si percepirà a 65 anni, con la possibilità di retrocedere fino a 60, in sostanza la stessa regola in vigore per i due rami del parlamento. L’art.10, inoltre, estende a tutti i componenti della giunta regionale, quindi anche agli assessori non eletti, l’accesso alla liquidazione che tocca ai consiglieri. Così il risparmio annuo, stimato attorno al milione di euro, rischia di essere assorbito dai futuri costi. La legge è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione il 30 maggio. Approvata e salutata con entusiasmo anche dagli esponenti dell’opposizione pentastellata, porta la firma del governatore Vincenzo De Luca.