Continua il travaglio all’interno delle forze di centrodestra in Campania, alle prese con un nodo ben più complicato della semplice scelta sulle candidature. Forza Italia si conferma il partito in cui il terremoto sovranista degli ultimi due anni, che ha modificato i rapporti di forza all’interno della coalizione, ha creato una frattura profonda capace di porre in discussione l’identità stessa di un partito da sempre a conduzione monarchica ma che adesso sembra riscoprire la necessità di evitare uno sbilanciamento a scapito dell’area moderata. Una battaglia che sta conducendo ormai da mesi Mara Carfagna, più volte sul punto di dire addio e adesso a capo di un partito ombra, “Voce Libera”, dalla stessa forzista definito “un laboratorio per i moderati”. Ieri nella sede provinciale di Fi a Salerno, la Carfagna ha assicurato che non si opporrà alla scelta di Caldoro, ma che “c’è una parte di partito che crede che bisogna rinnovare e offrire agli elettori campani dinamiche nuove”. Ma le rimostranze si allargano a una vasta schiera di parlamentari di Forza Italia, che in qualche modo ostacolano la terza sfida Caldoro-De Luca. La vicepresidente della Camera dei Deputati ha sottolineato che “i cittadini elettori chiedono di poter fare scelte nuove, improntate al rinnovamento, e che ci sarebbero tanti nomi da poter spendere in questa direzione. E per tale motivo non si può essere contrari all’ipotesi delle primarie”.
Se una prima richiesta di rinnovamento attraversa il centrodestra, sulla sponda opposta il vecchio che avanza non riscuote il parere favorevole dell’ala sinistra della (ancora ipotetica) coalizione. Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, intervenuto a Napoli nel corso di un incontro organizzato dal partito, ha bocciato la ricandidatura di Vincenzo De Luca pur ritenendo necessaria l’unità in vista di una battaglia con le destre che si preannuncia decisiva. “Alle regionali in Campania abbiamo intenzione di vincere e con Vincenzo De Luca non si vince”, è la posizione di Fratoianni e dei suoi, che auspicano un passo indietro di tutti gli aspiranti per “costruire una proposta che abbia come obiettivo il miglioramento della qualità della vita delle persone. È necessario invece costruire rapidamente un’alternativa, uno schieramento alternativo largo su una base programmatica avanzata che metta al centro sviluppo, ambiente, occupazione e su questo incalzi tutte le forze democratiche alla destra”. Sul fronte antideluchiano non sono soli. Tra i partiti che appoggiano la compagine di governo, oltre al M5s e, come detto, a Sinistra Italiana, si registra lo scetticismo dei renziani di Italia Viva e di una fetta consistente della segreteria zingarettiana.