Ancora solo rabbia e delusione all’interno dello stabilimento Treofan di Battipaglia, a seguito della notizia del mancato tavolo ministeriale promesso loro per il mese di dicembre.
Il 29 Ottobre, nell’ultimo incontro, ricordano i dipendenti, il vice capo di Gabinetto del Mise aveva sottolineato l’esigenza di ricevere risposte chiare e concrete in merito alla reindustrializzazione del sito di Battipaglia richiesta dai lavoratori. “Dove sono queste risposte?” domandano oggi i dipendenti che chiedono anche di conoscere gli esiti in merito ai finanziamenti erogati dalla Regione Puglia a Jindal Films Europe Brindisi.
Sulla pagina Facebook Teofan Battipaglia, gli operai, che ora si trovano in cassa integrazione e lavorano per pochissime ore al mese solo come sorveglianza del sito industriale, scatenano una dura reazione:
“Assenti le risposte, come assente sarà il tavolo ministeriale di Dicembre, non convocato dal Vice Capo di Gabinetto del Mise Sorial Girgis Giorgio, dal Sottosegretario di Stato al Mise Alessandra Todde e dal Ministro Stefano Patuanelli‼️ Forse non è solo Jindal Films a fare l’indiano‼”. È vergognosa la latitanza delle Istituzioni, ad ogni livello…politico, morale ed etico‼️ Dove sono finiti coloro i quali alla nostra manifestazione del 19 Gennaio 2019 hanno usufruito di noi per accaparrarsi voti, consensi ed immagine mediatica? DOVE SIETE FINITI TUTTI??? ERANO FORSE SOLO PASSERELLE???”
Nella lunga lista di nomi di politici dai quali ci si aspettava e ci si aspetta una risposta che tarda ad arrivare, vengono citati il Premier Conte, il Ministro Luigi Di Maio, il Presidente Vincenzo De Luca e il figlio Piero, Federico Conte, Cosimo Adelizzi, Anna Bilotti, Nicola Acunzo, Michele Cammarano, Antonio Iannone, Gigi Casciello, Antonio Visconti, Cecilia Francese, Mimmo Volpe, Giuseppe Lanzara, Massimo Cariello, Biagio Luongo.
Lo stabilimento a Battipaglia è fermo dallo scorso dicembre ormai, 54 operai in cassa integrazione straordinaria con scadenza definitiva il 1 marzo (70 al momento della chiusura, cui vanno sommati oltre 100 giá penalizzati dalla chiusura dello stabilimento). Nessuna risposta ancora sul fronte dello ‘’scouting’’, le manifestazioni di interesse avanzate non sono state ancora prese in considerazione scontrandosi con l’approccio culturale indiano, cosí come mancano risposte sul fronte della tempistica necessaria alla valutazione stessa.
Nonostante l’assenza concreta della politica, capace solo di avanzare false promesse, procede la disperata lotta e denuncia dei lavoratori per impedire che si continui a speculare sulla loro pelle in barba alle leggi per soddisfare mere operazioni di mercato.