“Non si fermano le azioni sindacali nei confronti della politica e di un Governo incapace di riconoscere il giusto al Corpo dei vigili del Fuoco. Il Governo mantenga gli impegni presi dai suoi esponenti e dal Parlamento in maniera trasversale. Sono tutti d’accordo ed allora perché non si trovano i fondi necessari?” È quanto affermano Fp Cgil, Fns-Cisl, e Uil PA della Campania, il sindacato dei Vigili del Fuoco circa gli emendamenti alla finanziaria che prevedono tra l’altro lo stanziamento di fondi a loro favore. “Ci auguriamo che trovino accoglimento, affinché si provveda finalmente a riconoscere che l’attività operati dei Vigili del Fuoco è insostituibile ed unica – continuano i sindacati – senza la retorica della propaganda politica. Si buttano miliardi e non si trovano poche centinaia di milioni per adeguare le retribuzioni più basse a coloro che svolgono un lavoro rischioso per la sicurezza e dei cittadini ed del Paese. Non si torna indietro“. La vertenza, dunque, continua. Il Governo adesso è chiamato a migliorare le condizioni retributive e previdenziali e a potenziare le tutele, da quelle degli infortuni e malattie professionali a quelle legali. I Vigili del Fuoco chiedono da tempo anche un reale riconoscimento della specificità professionale. “Bisogna provvedere anche ad un riordino delle carriere mediante una legge delega e prevedere adeguate risorse per il rinnovo contrattuale, assicurando un piano di assunzioni adeguato alle esigenze del Paese”.
Già nei mesi scorsi, durante il governo gialloverde, i Vigili del Fuoco avevano denunciato il tradimento della politica dopo l’approvazione del decreto sicurezza bis, spoglio di quegli interventi promessi dall’allora ministro degli Interni Matteo Salvini: l’incremento dei fondi per sostenere salari e previdenza del personale, i passaggi di qualifica, l’incremento delle dotazioni organiche, gli straordinari per il soccorso, la cura sanitaria. Senza contare l’inclusione – ancora un miraggio – del corpo dei Vigili del Fuoco nell’assicurazione Inail.
Le retribuzioni dei Vigili del Fuoco sono solo al decimo posto nella graduatoria di quelle medie del pubblico impiego. Operando un raffronto si evince che un poliziotto italiano guadagna circa 300 euro in più al mese e un pompiere francese addirittura 500. Gli altri due giganteschi problemi riguardano le carenze strutturali e di organico. Dei circa 30.000 vigili operativi (uno ogni 2.000 abitanti), si stima una carenza pari a 10.000 unità, calcolata sulla base del parametro dei tempi d’intervento, la cosiddetta regola dei 20 minuti, tempistica considerata ottimale. Per rispettarla occorrerebbe la presenza sul territorio nazionale di 40.000 uomini, 10.000 in più rispetto all’attuale numero. In termini di vite umane e danni materiali ogni manciata di secondi può risultare decisiva.