Una nuova discesa nei territori per provare a ribaltare la percezione, ormai dominante, di un Movimento lontano dalle piazze e avvitato in intricate manovre di palazzo. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, si è ritagliato il weekend per battere la Campania, tastare il polso della base in vista delle regionali di primavera, spiegare le opzioni al vaglio del gruppo dirigente e dell’intera squadra politica. Per presentare il “Team del futuro”, facilitatori sul territorio nell’ambito dell’organizzazione e del coordinamento di eletti e attivisti sui temi. Dopo il napoletano e Benevento, il ministro degli Esteri ha fatto capolino al Mediterranea Hotel di Salerno, location su cui l’organizzazione grillina ha dirottato l’incontro precedentemente previsto al Grand Hotel Salerno. Precedentemente alla notizia del coinvolgimento del vicegovernatore Bonavitacola nell’indagine sulle Universiadi, che vede anche la struttura ubicata alle soglie del centro cittadino, e in particolare l’amministratore unico della società proprietaria dell’albergo, Rocco Chechile, a sua volta indagato per corruzione, investita da una bufera per ora solo politica.
Il tour di Luigi Di Maio, sempre cauto nelle precedenti occasioni in merito alle possibili alleanze per il voto regionale (si valuta un patto di desistenza in Emilia e in Calabria, anche se parte del Movimento spinge per un accordo con il Pd), arriva a un grado di chiarezza maggiore proprio nel feudo del governatore in carica. La sfida è lanciata, e non potrebbe essere altrimenti tra due forze che in regione si sono aspramente combattute e che appaiono tuttora antitetiche: “L’unica cosa certa è che non andremo con De Luca nonostante stia provando a corteggiarci a più non posso. Per quanto mi riguarda, in Campania abbiamo una grande opportunità: aggregare tutte le realtà civiche. Comitati, associazioni, sindaci si uniscano a noi per cambiare la Regione Campania”, esordisce Di Maio incalzato dai cronisti. Nel Movimento tutti sono convinti che alla fine sarà l’esito del voto di Emilia e Calabria, dove si vota in gennaio, a suggerire la rotta da seguire. Ma in Campania l’alleanza che regge il nuovo governo s’infrange sulla presenza ingombrante del governatore e del suo sistema di potere. Già gli interventi susseguitisi in attesa dell’arrivo del leader, giunto con quasi due ore di ritardo, individuano in Vincenzo De Luca l’avversario non solo politico ma anche culturale: lo ribadisce la capogruppo in giunta Valeria Ciarambino, lasciando intendere che le angherie verbali nei suoi confronti da parte dell’ex sindaco di Salerno sono solo il sintomo di una gestione malsana del potere che non ammette contrappesi. Lo puntualizzano Andrea Cioffi prima, Angelo Tofalo poi. L’arrivo di Di Maio dipana ogni legittimo dubbio: sanità, navigator, sistema clientelare. Si evidenzia ogni possibile distanza dal governatore. “Lo abbiamo promesso ai campani ed io non l’ho dimenticato. La legge che toglie la nomina della sanità alle Regioni. Anche quest’anno abbiamo messo due miliardi in più sulla sanità da Roma ma a che serve se sono destinati a quelli che dirigono gli ospedali nominati dai partiti? Qui si pagano le fatture tre volte per lo stesso lavoro, sono i soldi dei vostri posti letto, delle vostre tac, delle vostre liste d’attesa, dei macchinari che mancano. Le Regioni nella sanità sono più importanti del governo centrale. In Regione Campania abbiamo un’altra occasione ma questo lo decideranno i campani. Noi intanto a Roma una legge per evitare che i De Luca di turno possano nominarsi i direttori di Asl e Ospedali la faremo”. Duro anche l’affondo sui navigator, altra questione spinosa risolta soltanto nelle ultime settimane dopo una vertenza che ha messo a dura prova i 471 vincitori del concorso: “De Luca, siccome li proponeva il M5s li ha bloccati. Poi siccome è la situazione è diventata ingestibile ha dovuto mollare. Questa è lealtà tra le istituzioni? Io ho trovato una slealtà clamorosa quando era il momento di trattare. Con De Luca non ci andremo mai, ci può corteggiare quanto vuole lui”.
Ma allora chi si sarà il candidato del Movimento in Campania? La Ciarambino sembra favorita in virtù del lavoro svolto in qualità di capogruppo, molto apprezzato dai vertici del Movimento. Ma sullo sfondo continua a stagliarsi la figura dell’attuale ministro per l’Ambiente Sergio Costa. Dietro l’appello civico di Di Maio ci sarebbe la volontà di affidare a un esponente di rilievo e potenzialmente trasversale la guida della battaglia per la Regione Campania. Indiscrezioni riportano di un incontro tra Costa e i senatori campani nelle ultime ore. Voci che non trovano conferme ma nemmeno smentite.