“Una partita lunga un secolo”. Esattamente come l’ultima giocata dalla Salernitana prima di tagliare il prestigioso traguardo dei cento anni, che la squadra granata ha seriamente rischiato di macchiare con una retrocessione evitata al termine di una gara che per chi ha a cuore le sorti dell’ippocampo, pare ancora oggi esser durata giorni e giorni. L’inferiorità numerica prima, poi il gol del Venezia. I tempi supplementari, e poi i rigori, un’agonia infinita. Ed è proprio dalla fine, dalle lacrime di sollievo versate in Laguna, che ha l’inizio della storia raccontata da Angelo Scelzo e dal nostro collaboratore Luigi Narni Mancinelli, impreziosita dalla firma del giornalista Rai Gianfranco Coppola, autore di alcuni paragrafi del lavoro edito da Albatros-Il filo. Esattamente come un viaggio all’indietro nel tempo, si partirà dalla fine, ripercorrendo, tra uomini che ne hanno indossato la maglia, partite entrate nella memoria collettiva, figure che hanno donato la loro esistenza alla Salernitana, il lungo percorso intrapreso il 19 giugno 1919. “Una partita lunga un secolo”, che può vantare la prefazione di una leggenda come Dino Zoff, sarà presentato venerdì 22 novembre alle 17,30 presso il Salone dei Marmi di Palazzo di Città. Anche uno che buona parte di storia granata l’ha scritta negli scorsi anni, Delio Rossi, interverrà all’evento, cui prenderanno parte anche il sindaco Vincenzo Napoli, l’assessore allo sport Angelo Caramanno, e il vescovo di Salerno Andrea Bellandi. Di seguito un estratto la prefazione del campione del Mondo dell’82, Dino Zoff.
Nel calcio c’è una classifica che, alla fine, conta più di tutte: è quella distinta non dai punti, ma dal tempo, dall’arco di vita che segna il cammino di una società e di una squadra e ne modella i tratti, fino a definirne identità e carattere. Il secolo di vita lo vedo ben portato sulle spalle della Salernitana; e proprio perché la squadra granata rimanda l’immagine di una squadra che, indipendentemente dalla categoria, ha sempre qualcosa da dire o da trasmettere. Solo in due occasioni, la prima nel lontano 1946-1947 e più recentemente nel campionato 1998/99, la Salernitana ha conosciuto la serie A. Ma è fuor di dubbio che la considerazione di cui essa è circondata va ben oltre la sfera di questi due traguardi massimi. Non sono state poche, e tantomeno secondarie, le strade alternative attraverso le quali la Salernitana è riuscita a imporsi all’attenzione e a far parlare di sé […]
[…] Come si afferma già dalle prime pagine, “è una storia che inizia dalla fine”. Si è trattato di una sorta di stato di necessità, dal momento che proprio nell’anno del centenario stava per accadere l’irreparabile, la retrocessione in serie C. Una specie di “catastrofe” – assolutamente non annunciata – ed evitata solo ai rigori nella partita finale dei play-out a Venezia. La cronaca ha fatto valere i suoi diritti anche nei confronti della storia. Ma in fondo ogni libro è un giornale con più pagine. Quando si leggono con piacere e tutte d’un fiato significa che sono pagine (e libri) da conservare. E questo di Angelo Scelzo e Luigi Narni Mancinelli, nella biblioteca granata occupa un posto di tutto rilievo.