Falcidiata dagli infortuni e minata nel morale dai soli due punti conquistati nelle ultime quattro gare, la Salernitana sa di non avere a disposizione un risultato diverso dalla conquista della vittoria. La squadra ammirata ad inizio stagione, capace di dar vita ad interessanti trame offensive, fatica per adesso a riemergere, ed allora Ventura sa perfettamente che bisogna affidarsi soprattutto alle giocate individuali per uscire dalla crisi di gioco e di risultati che attanaglia i suoi ragazzi. Quando l’organico avrà recuperato completamente i protagonisti della prima parte di campionato, l’ex trainer del Toro potrà puntare a riprodurre il suo calcio spumeggiante. Bisogna stringere i denti, mettere fieno in cascina, recuperare uomini e mantenere interessante la classifica fino a gennaio. Poi toccherà alla triade Lotito-Mezzaroma-Fabiani dimostrare, con fatti concreti e non chiacchiere da bar sport, che l’obiettivo della proprietà è l’approdo in massima serie. Le sessioni di calciomercato del precedente quadriennio, deficitarie e senza logica alcuna, costringono la piazza a conservare un atteggiamento pregno di inevitabile scetticismo. Vedremo.
SCHIERAMENTI DELLE DUE SQUADRE La Salernitana si schiera con il 3-4-1-2 ed affida a Maistro, sostituto in extremis del polacco Dziczek infortunatosi nel riscaldamento pre gara, il compito di agire da trequartista alle spalle di due punte. Le altre novità di rilievo sono rappresentate dalla presenza del giovane Pinto nella difesa a tre e da Gondo che affianca Jallow in attacco. L’Entella conferma il 3-5-2 vittorioso contro il Cosenza, ma mister Boscaglia opera una mini rivoluzione di uomini rispetto al match contro i calabresi.
LO SVILUPPO DELLA GARA AVVIENE SOPRATTUTTO SULLA FASCIA DESTRA GRANATA La storia del primo tempo è caratterizzata quasi esclusivamente dal protagonismo assunto dalla corsia destra granata (sinistra per gli avversari) nell’economia del match. Quasi tutte le azioni delle due squadre partono da lì, come se i due tecnici avessero individuato in questo contesto tattico il modo per mettersi reciprocamente in difficoltà. L’Entella ci prova sguinzagliando il propositivo Sala, il cui supporto viene garantito a turno da Adorjan, Schenetti, Nizzetto e De Luca. Ed infatti una delle azioni più pericolose degli uomini di Boscaglia porta proprio la firma del ventunenne Sala, il cui cross non procura guai seri alla difesa granata solo grazie all’ottima chiusura in diagonale e in tackle di Pinto. Ma a spingere con maggiore continuità ed incisività sulla corsia di destra è soprattutto la Salernitana. L’asse Lombardi-Akpro funziona discretamente, anche grazie all’ausilio di Karo che porta avanti diversi palloni sganciandosi dalle retrovie. Lombardi è molto ispirato, sia quando indossa i panni di incursore che sterza da destra al centro del campo, sia quando funge da regista defilato. Dalle sue sterzate al centro del campo nascono l’azione di Maistro, il cui tiro termina sul palo, e quella di Jallow che vede respingere la sua conclusione dal reattivo balzo di Contini, estremo difensore dell’Entella. L’ex laziale si fa sentire anche nelle vesti di suggeritore in almeno tre occasioni, favorendo la penetrazione di Maistro per vie centrali, servendo Akpro abile ad attaccare lo spazio a destra e, infine, crossando un ottimo pallone nell’area veneta che trova però la scarsa convinzione di Jallow.
IL RESTO DELLA PRIMA FRAZIONE E’ FRUTTO DI GIOCATE ESTEMPORANEE Rispetto a quanto avviene sulla fascia destra, infatti, la gara offre poco altro. Si tratta soprattutto di errori delle due fasi difensive, le quali vengono però graziate dallo scarso cinismo degli avversari. Gondo e Jallow costruiscono, approfittando della sguarnita difesa chiavarese, una ghiotta opportunità per l’accorrente Di Tacchio che si rende protagonista di un tiraccio da far invidia al Bettarello rugbista. Sull’altro fronte, complice un errore dello stesso mediano granata, l’Entella sciupa un favorevolissimo tre contro uno di rimessa, con De Luca che viene neutralizzato dalla freddezza felina di Micai.
ANCHE NELLA RIPRESA, LA SALERNITANA SI AFFIDA ALLE INTUIZIONI DI LOMBARDI E MAISTRO Il gioco di squadra espresso dagli uomini di Ventura diventa più farraginoso, perchè le punte faticano ad essere incisive e a dialogare tra loro e con la squadra, così come l’impostazione dalle retrovie risulta lenta, mentre il compassato centrocampo rumina calcio e Kiyine è troppo lezioso e scarsamente cattivo per risultare decisivo. Ed allora il tecnico granata si affida all’intraprendenza dei singoli, soprattutto alle intuizioni in fase di assist di Lombardi ed al gioco senza palla di Maistro, sempre vivido nella ricerca della giocata vincente. All’ex laziale spetta il merito di altri due interessanti palloni offerti ai compagni, ma Jallow in corsa e Gondo appostato al centro dell’area sciupano tutto con due conclusioni che rasentano l’inguardabile. Lombardi prova a rendersi protagonista anche con uno spunto individuale, ma la sua incursione a destra trova solo il palo esterno alla sinistra di Contini. Analogo attivismo porta la firma di Maistro, il quale offre pochi punti di riferimento ai rivali muovendosi in orizzontale e in verticale e sull’intero fronte offensivo. Il ragazzo è ispirato ed ha voglia di stupire, come testimoniano uno splendido cambio di gioco ed una perfetta verticalizzazione dettata dal movimento di Jallow. L’ex reatino non teme il dribbling e le percussioni centrali ed arriva anche al tiro dai venti metri che viene però bloccato in tuffo da Contini.
LUNGA FASE DI STANCA DEL MATCH E SVOLTA GRANATA CHE GIUNGE QUASI A SORPRESA La stanchezza ed una sorta di incipiente scoramento rendono con il passare dei minuti sempre più prevedibile e farraginosa la trama offensiva degli uomini di Ventura, i quali tuttavia non concedono nulla ad un’Entella che sembra decisamente appagata dalla prospettiva di portare a casa un punto di estrema importanza. Gondo, tanta volontà ma una sostanziale inconsistenza di fondo, guadagna finalmente un’ottima punizione ai diciotto metri, della cui battuta, dopo un breve conciliabolo con Kiyine, si incarica l’ispirato Maistro, il quale tira fuori dal cilindro l’esecuzione di rara bellezza, per potenza e precisione, che spiana la strada al successo granata. Pochi minuti più tardi, Jallow strappa il pallone dai piedi di Gondo, percorre palla al piede una decina di metri prima di far partire un imparabile missile terra-aria che termina la sua corsa nell’angolo alto alla destra di Contini.
PARTITA CHIUSA? I LIMITI E LE INSICUREZZE DELLA FASE DIFENSIVA GRANATA RISCHIANO DI REGALARE UN INSPERATO PARI ALL’ENTELLA Già in altre occasioni abbiamo rimarcato la difficoltà (fisica, mentale e caratteriale) della squadra granata a dar vita ad una fase difensiva sicura ed energica, amplificata da una tendenza ad abbassarsi troppo e a non aggredire sul nascere i propositi offensivi degli avversari di turno. Pecche che, puntualmente, sono emerse anche nei dieci minuti finali da incubo che hanno rischiato seriamente di compromettere una vittoria già acquisita. L’Entella infatti, limitandosi semplicemente a produrre un forcing disperato, è riuscito a chiudere Migliorini e compagni nella loro area di rigore, sapendo della difficoltà dei rivali a gestire con personalità gli attacchi subiti. Un forcing che ha prodotto punizioni laterali ed il corner sul quale Poli è riuscito a svettare indisturbato tra Di Tacchio e Migliorini e ad accorciare le distanze. Marcatura troppo blanda su un avversario che appena quattro giorni prima aveva punito il Cosenza in maniera analoga. I cinque minuti di recupero, con una squadra granata piombata letteralmente nel panico, sono stati un’autentica tortura per i pochi tifosi presenti sui gradoni dell’Arechi. Una tortura che non si è tradotta in cruenta esecuzione solo perché Nizzetto, favorito da un errore assurdo in disimpegno di Migliorini e Djuric, non è riuscito a superare un Micai ancora una volta provvidenziale e lucido.