Dopo la netta chiusura del Movimento 5 Stelle a ogni ipotesi di alleanza in Campania con un centrosinistra guidato dal governatore uscente Vincenzo De Luca, il Pd vive ore travagliate in cui sembra acuirsi la spaccatura che agita il partito fin dall’inizio dell’avventura del governo giallorosso: da un lato coloro che, pur favorevoli al supporto dei 5s, considerano imprescindibile una linea di continuità, dall’altro i sostenitori di una piena intesa con i pentastellati e con il movimento di Luigi De Magistris. L’alleanza, in termini numerici, appare indispensabile a tutti ma nessuno all’interno del partito si è azzardato a porre veti sulla candidatura del governatore. Troppo forte la posizione di De Luca per poter conservare una coesione interna già fragile. “Dobbiamo dare vita a un centrosinistra ampio, allargato e inclusivo per vincere”, ragiona il Deputato campano Umberto Del Basso De Caro, “ma soffermarsi sulla scelta del candidato presidente è un tema sbagliato perchè prima si deve ragionare sulla coalizione e sul programma e solo successivamente sul nome del candidato”. In realtà gli uomini del governatore considerano i pentastellati una palla al piede, un’imposizione dall’alto, per nulla gradita. Tendono ad accentuare la frattura per separare le strade che conducono a Palazzo Santa Lucia. Mentre il resto del partito rimane sostanzialmente bloccato, spaventato per l’eventuale cataclisma che potrebbe abbattersi sui territori se si decidesse di accantonare l’ex sindaco di Salerno a beneficio di un garante del patto di governo. La ricandidatura di De Luca contrasta con gli indirizzi della segreteria di Zingaretti e con lo stato maggiore del partito. Il voto regionale inevitabilmente misurerà l’operato e il consenso del Conte 2 non soltanto in chiave antisalviniana ma restituendo lo stato della saldatura tra le due forze politiche giunte al governo.
Sullo sfondo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris accoglie favorevolmente la linea del M5s, che prevede un patto civico a sostegno di un candidato autorevole, “una persona che abbia a cuore, più di ogni altra cosa, il bene della nostra terra e che sia libera dai sistemi di potere. Una personalità sul modello di quella del premier Giuseppe Conte”. De Magistris, che nelle scorse settimane aveva annunciato il suo ritiro dalla corsa alla poltrona di governatore, proietta il suo movimento nel solco civico tracciato dai grillini: “Si può provare a creare una coalizione civica larga, a chi vuole essere alternativo all’estremismo di Salvini e al continuismo di De Luca. Se ci fosse un metodo interessante e una candidatura votabile, potrebbe essere un laboratorio unico a livello regionale – ammette il primo cittadino a margine di un incontro alla sede centrale dell’Inps – In Campania senza di noi si perde: io faccio il sindaco di Napoli fino al 2021, però se si mette in campo una candidatura forte noi ci siamo. Se invece si mette in campo qualcosa di vecchio, asfittico, con schemi di partiti tradizionali, noi ci candidiamo da soli”.