MICAI 6,5: nel groviglio di gambe da cui scaturisce il gol del vantaggio livornese non riesce ad estrarre la possibilità di poter intervenire in qualche modo. Risponde presente sul tiro dai venti metri di Marsura, prima di uscire in maniera un po’ avventata sul corner che permette a Boben di saltare indisturbato. Nella ripresa ha una buona dose di responsabilità in occasione del gol di Raicevic, sul quale poteva essere più coraggioso e tempestivo in uscita. Nella seconda parte del tempo però è determinante in tre circostanze, negando la gioia della rete a Marras, Marsura e Stoian.
KARO 6: partita diligente e attenta, ma anche mezzo voto in meno per la distrazione finale che stava vanificando il prezioso vantaggio granata. Decisivo nella chiusura su Marras ad inizio gara, è bravo nella diagonale sul cross di Del Prato, ma non trova la collaborazione di Migliorini, chiude sul finire del tempo su Raicevic già pronto ad esultare. Nel secondo tempo soffre la verve di Marsura ma tiene botta, fino alla svirgolata finale che è l’unico neo di una prestazione sostanzialmente positiva.
MIGLIORNI 6: partita da incubo fino allo stacco aereo che regala il primo pari ai granata. Inizia la partita con un’orribile svirgolata, poi incespica sul pallone che consente al Livorno di passare in vantaggio, sbaglia un controllo di palla che quasi innesca la ripartenza di Marras, ed infine si fa beffare due volte da Raicevic, prima di testa e poi facendolo girare indisturbato in area di rigore. Ha il merito di rimettere in sesto una gara complicata con il perfetto colpo di testa che regala il pareggio ai granata. Nei secondi quarantacinque minuti, rinfrancato dal sigillo personale, è molto più reattivo nell’accorciare sugli attaccanti e nel presidio degli ultimi venti metri, concedendosi anche qualche uscita dalla linea difensiva a supporto della fase attiva.
JAROSZINSKI 4,5: altra prestazione negativa del difensore polacco, incerto per quasi l’intera durata del match. Non opera la diagonale che permette a Raicevic di colpire indisturbato di testa. Grosse responsabilità, insieme a Lopez, sul primo gol amaranto, perché non accorcia su Firenze ed il terzino uruguagio, lasciando un’autentica prateria a Del Prato. Nel finale di tempo non ostacola minimamente lo stacco aereo di Boben. Colpevole anche in occasione del secondo gol livornese, quando ritarda la diagonale su Raicevic, il quale controlla il pallone e supera Micai. Potrebbe supportare meglio Lopez in occasione della ripartenza di Marras che trova il piede di Micai, ma arretra inutilmente invece di andare incontro al brevilineo sardo. Pasticcia su un retropassaggio che lo costringe a commettere fallo e pochi minuti dopo viene graziato dall’arbitro che potrebbe mostrargli il secondo cartellino giallo.
CICERELLI 6,5: partita complicata, perché dalle sue parti arrivano in tanti e lui non è mai stato un difensore di ruolo. Applicazione e determinazione non lo abbandonano mai, nonostante la sofferenza patita. Subito il gol, la squadra esce dalla tana in cui si era colpevolmente rinchiusa ed anche Cicerelli comincia a farsi sentire con qualche strappo e, soprattutto, diventa determinante con il preciso cross che trova il gol di testa di Migliorini. Nella ripresa è uno dei più attivi nel cambio di atteggiamento tattico della squadra, spingendo sulla fascia destra e sfiorando anche il gol con un tiro cross. Nel finale, nonostante la stanchezza, continua a giocare diversi palloni con personalità, pur scontando sempre qualche piccola incertezza difensiva. (KALOMBO 5,5: gioca pochi minuti, ma si lascia superare troppo agevolmente da Marsura nell’ultimo assalto toscano).
MAISTRO 5,5: primi venti minuti spesi esclusivamente a ciondolare tra il centro del campo e la fascia destra, nel tentativo vano di porre un argine alle offensive labroniche sull’asse Porcino-Marsura. Subito il gol, Ventura decide di invertire la sua posizione con quella di Firenze ed il ragazzo, seppur con scarsi risultati, lascia intravedere i movimenti della mezzala. Secondo tempo più vivo, nel corso del quale prova ad attaccare la corsia esterna, detta il passaggio tra le linee, guadagna alcune punizioni in fase di ripartenza e lavora un bel pallone sulla conclusione di Firenze. Sufficienza raggiunta e sciupata con la dormita finale sulla conclusione di Stoian.
DI TACCHIO 6: gladiatorio come sempre, sradica diversi palloni dai piedi avversari, intercetta traversoni esterni e guadagna falli che fanno respirare la squadra. Ma concede anche qualche libertà di troppo a Marras e Marsura tra le linee. Fermo restando che la sua assenza, non supportato adeguatamente da centrocampisti in grado di svolgere lo stesso lavoro in fase passiva, esporrebbe la Salernitana a rischi ancora maggiori.
FIRENZE 6,5: primi venti minuti scolastici, impegnati esclusivamente nella funzione di primo oppositore alle sovrapposizioni di Del Prato. Dopo il gol del Livorno, complice anche l’inversione di fascia dettata da Ventura, comincia a crescere gradualmente e ad inserirsi in zona tiro, vedendosi negare la gioia del gol dalla miracolosa spaccata di Raicevic e dallo stinco di Bogdan che frena un suo tiro dai venti metri. Ad inizio ripresa è l’uomo in più dei granata, con la sua capacità di attaccare lo spazio laterale (guadagna diversi corner), alzare il tasso qualitativo della manovra (un cambio di gioco libera metri di campo sul versante sinistro), calciare pericolosamente in porta (tiro a giro che sfiora il palo), fungere da assist man (ottimi il lancio che mette Giannetti nella condizione di calciare verso la porta livornese e l’inserimento centrale con palla smistata in corsa e non sfruttata da Djuric e Giannetti). E’ stanco, si vede, ma Ventura è forse precipitoso nell’effettuare il cambio, con l’ingresso di Odjer che finisce per rendere più prevedibile la manovra. (ODJER 5,5: non riesce ad esprimere le stesse soluzioni offensive garantite da Firenze, disattento nel finale quando lascia colpevolmente solo Kalombo nel fronteggiare l’uno contro uno sul devastante Marsura che genera l’ultima palla gol labronica di Stoian.
LOPEZ 6: fuori posizione in occasione dell’incursione di Del Prato, ma l’errore sarebbe passato inosservato se Jaroszinski avesse accorciato prontamente le distanze che lo separavano dall’uruguagio e da Firenze. Nella ripresa dovrebbe opporsi con maggiore efficacia e cattiveria alla ripartenza di Marras che gli scivola via troppo facilmente. Però ha il merito di aver offerto una prestazione molto propositiva, risultando un punto di riferimento costante della fase offensiva granata. Dal suo piede parte il pallone che consente a Djuric di calciare a colpo sicuro verso la porta di Zima. Una sua iniziativa lo porta all’interno del campo dove poi offre un interessante pallone a Firenze che calcia dalla distanza ma trova la coscia di un difensore. Nel secondo tempo è suo il corner dal quale nasce il secondo pari granata e, soprattutto, crossa il pallone che regala a Djuric l’opportunità di siglare il gol vittoria.
DJURIC 7: primi venti minuti nel quale si distingue per temperamento in un contesto pigro e remissivo, poi sale di tono e diventa fondamentale nell’economia della fase offensiva granata. E’ pronto nel battere a rete sulla disattenzione della difesa livornese, ma trova la fortunosa deviazione di Porcino. Nel secondo tempo arretra e libera spazi agli inserimenti di Firenze a destra, poi duetta con Giannetti e conquista un rigore sacrosanto che solo l’arbitro non vede. Infine stacca con cattiveria e regala in extremis il gol vittoria alla Salernitana, prima di arretrare in area sull’ultimo corner livornese e spazzare di testa la disperata insidia finale portata degli uomini di Breda.
GIANNETTI 6: primo tempo non pervenuto, nel corso del quale si lascia spesso anticipare dalla difesa toscana. Dovrebbe gestire con maggiore cattiveria un pallone offerto da Migliorini, ma si lascia frenare da leziosismi farraginosi e privi di cattiveria. Nella ripresa entra in campo con un atteggiamento diverso e regala il suo contributo alla causa. Con un ottimo assist mette Djuric davanti al portiere nell’occasione del rigore negato dal direttore di gara. Poi, ottimamente servito da Firenze, si libera di un difensore e trova la respinta di Zima. E’ volitivo anche in fase passiva, quando sradica il pallone dai piedi di un avversario e riparte. Infine è l’artefice della spizzata che spedisce il pallone sul corpo di Di Gennaro prima di terminare la sua corsa nella porta toscana.
VENTURA 6: la Salernitana può stupire solo se è trainata da entusiasmo e intraprendenza, mentre va in perenne difficoltà quando è costretta a difendersi e palesa la sua impossibilità strutturale ad inaridire il gioco altrui. Errore già commesso in occasione del match casalingo con il Chievo e ripetuto nei primi venti minuti di gioco sul rettangolo verde livornese. Però, dopo essere andata in svantaggio, la squadra ha iniziato a mettere in mostra, magari in modo discontinuo ed a tratti caotico, la gamma di soluzioni offensive insegnate dall’ex trainer del Torino. Un’intraprendenza che, alla lunga, ha premiato i suoi uomini. I margini di crescita restano elevati, ma anche gli errori da correggere caratterizzeranno il lavoro da fare nelle prossime settimane. Ha lasciato qualche dubbio di troppo la sostituzione di Firenze, che stava giocando un ottimo secondo tempo. L’ingresso di Odjer ha depotenziato la brillante fase offensiva granata ammirata all’inizio dei secondi quarantacinque minuti di gioco.