Sono assiepati sotto la sede della Regione da lunedì, ogni tanto sconfinano verso i bar nei dintorni per recuperare acqua, godere di un agognato refrigerio prima di affrontare nuovamente l’afa che avvolge Napoli. Entro agosto doveva aprirsi uno spiraglio per i navigator campani, come stabilito in un confronto al Mise a fine luglio. E invece la situazione è rimasta immutata, inducendo i 471 vincitori del concorso nazionale a sperimentare nuove forme di protesta, stavolta più estreme: lo sciopero della fame. Un sit-in sotto Palazzo Santa Lucia ha sancito lunedì l’inizio di un presidio permanente, organizzato a turni, e del digiuno per alcuni di loro: Ilenia De Coro, Fabrizio Greco, Giuseppe Bianco e Carlo De Gaudio hanno così provato a convincere il governatore De Luca a porre la firma sulla convenzione tra le regioni e l’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, per avviare la seconda fase del reddito di cittadinanza, con l’assunzione dei navigator, mediatori tra i destinatari del reddito e le possibili occupazioni adatte al loro profilo occupazionale. Ma le condizioni di salute di alcuni di loro hanno iniziato a presentare il conto dei primi giorni di digiuno. Capogiro, febbre, uno di loro ha perfino accusato un lieve malore. Giovedì l’arrivo di un’ambulanza ha consentito ai quattro scioperanti di sottoporsi ai primi controlli e di monitorare gli effetti della mancata nutrizione. Ma la situazione è degenerata ieri: dopo l’ennesimo svenimento, il controllo dei parametri vitali e dei valori glicemici ha fornito un quadro meno confortante del previsto, costringendo i quattro scioperanti a sospendere la loro protesta. “Oggi è una giornata dolorosa per la Repubblica italiana – riportano in un comunicato – le istituzioni hanno mostrato disinteresse rispetto a una questione che merita la massima urgenza per la sua risoluzione”. Ma il presidio permanente, assicurano, proseguirà ad oltranza. “M5S e Pd inizino da noi, il premier Conte deve intervenire su De Luca. E’ assurdo, siamo il prodotto di una guerra locale tra il Movimento 5 Stelle e De Luca, i due partiti che si stanno alleando al governo. Se il governatore sottoscrive la convenzione, in 24 ore arrivano i contratti a casa”, scandisce uno di loro. Nel frattempo, i navigator stanno tempestando di mail il segretario generale della presidenza della Repubblica, affinché il Capo dello Stato, tra una consultazione e l’altra, prenda nota della situazione della loro situazione. Nel “Mail bombing al Quirinale”, l’oggetto riporta: “Navigator campani in sciopero della fame. Mattarella intervenga per favore!”
“A oggi – scrivevano in una nota qualche giorno fa – per noi è inaccettabile che ai vincitori di altre regioni d’Italia sia riconosciuto il diritto al lavoro, ovvero a tutti coloro che hanno svolto il nostro percorso, mentre a noi campani viene negato. Quello della lotta al precariato di De Luca è una palese bufala comunicativa infarcita da battute da avanspettacolo, ottime per prerogative pre-elettorali ma non per l’applicazione di leggi nazionali. Riteniamo offensivo questo continuo atteggiamento di sarcasmo e di scherno di De Luca. I peccati della politica non possono essere pagati sempre dai cittadini che in buona fede hanno investito tempo e denaro per partecipare a una selezione pubblica”. Sull’iniziativa della Regione, pronta a bandire un concorso per 647 posti a tempo indeterminato nei centri per l’impiego dove dovrebbero essere impiegati proprio i navigator, i 471 vincitori del concorso chiedono innanzitutto trasparenza: “Venga fatta luce sulle vere ragioni di questa negazione che ci ha resi ostaggio e merce di scambio per tutelare chissà quale interessi occulti. Intervenga il Capo dello Stato”.
E mentre la mancata assunzione dei navigator rischia di determinare una situazione caotica in tutta la regione per il Reddito di Cittadinanza (241mila domande presentate), gli esponenti regionali del M5S, al fianco dei lavoratori, hanno lanciato bordate al governatore. “Nella Campania autarchica di Vincenzo De Luca, qualunque concorso o prova selettiva di evidenza pubblica non ha valore a meno che non si tratti di uno dei soliti piani truffa a firma di questo squallido desposta”, dichiara la capogruppo 5S in Regione Valeria Ciarambino. Proprio mentre a Roma i vertici dei due partiti elaborano un programma di governo, lo scontro locale non costituisce affatto un buon presupposto.
Vincenzo De Luca ha espresso comprensione umana, pur precisando che la Regione è l’interlocutore sbagliato: “La Regione Campania non c’entra nulla con la vicenda in questione. Com’è noto tale vicenda è stata promossa e gestita direttamente ed esclusivamente dall’Agenzia nazionale per il lavoro “Anpal”, dipendente dal Ministero del Lavoro, che ha dato vita a una selezione nazionale (non un concorso come erroneamente viene detto). È evidente che va indirizzata ad Anpal ogni richiesta di soluzione del problema, che è stato creato da tale Agenzia. La Regione Campania sollecita l’Anpal ad affrontare la questione in tempi rapidi e sollecita ancora una volta ad operare per la stabilizzazione dei precari che già lavorano in Anpal. Per quanto riguarda le responsabilità della Regione Campania, siamo impegnati a varare un concorso vero, per assumere 650 dipendenti nei Centri per l’Impiego, al quale potranno partecipare tutti. Siamo impegnati a non alimentare serbatoi di precariato e a dare lavoro stabile, come quello previsto dal concorso del Piano per il Lavoro, le cui prove partono il prossimo 2 settembre”.