In un contesto di aggravamento della situazione epidemiologica, numerosi dirigenti scolastici della Regione Campania di ogni ordine e grado hanno segnalato che già prima di Natale, con un numero molto inferiore di contagi, le Asl erano al collasso, impossibilitate a garantire la sorveglianza sanitaria e i tracciamenti previsti dalla normativa. Tra le rimostranze dei genitori, i dirigenti scolastici sono stati spesso costretti a demandare alle non sempre floride finanze delle famiglie l’effettuazione dei tamponi ma ora, in tante realtà territoriali, persino un tampone molecolare da effettuare privatamente può essere oneroso. Il Decreto del Consiglio dei Ministri del 5 gennaio obbliga all’uso della mascherina FFP2 nelle
classi dove si verifichi anche un solo caso di alunno positivo. Chi distribuirà le FFP2 e quando? Sono tante le incognite che gravano sulla riapertura delle scuole.
Viste le forti perplessità sollevate ieri da oltre 300 presidi della Campania sull’apertura degli istituti scolastici, viste le difficoltà delle Asl nell’attuare il piano vaccinale per i bambini e i ragazzi, vista la campagna di ascolto che abbiamo attivato con i Sindaci in cui si registra il rischio di assumere provvedimenti ordinativi disomogenei, chiediamo che ci si concentri nelle prossime settimane ad avviare una grande campagna di vaccinazione sui minori, la più importante fatta finora in Campania utilizzando in alcune ore o in alcune giornate anche hub dedicati agli adulti. Questo consentirebbe di avere un’accelerazione verso il ritorno alla normalità nelle scuole. Per organizzare questo piano vaccinale straordinario e per ottenere uno screening serio sulle fasce d’età scolastica, d’intesa con i direttori generali delle Asl, è possibile suggerire un breve periodo di chiusura e di didattica digitale integrata.
L’ordinanza regionale campana
Sull’intero territorio regionale, fatta salva l’adozione di ulteriori provvedimenti in conseguenza
dell’evoluzione della situazione epidemiologica, con decorrenza dalla pubblicazione del
presente provvedimento e fino al 29 gennaio 2022:
1.1.dalle ore 22,00 e fino alle ore 6,00 è fatto divieto di consumo di bevande alcoliche, di qualsiasi
gradazione, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi compresi gli spazi antistanti gli
esercizi commerciali, le piazze, le ville e i parchi comunali;
1.2. sono comunque vietati affollamenti o assembramenti per il consumo di qualsiasi genere
alimentare in luoghi pubblici o aperti al pubblico. E’ fatta raccomandazione ai Comuni e alle
altre Autorità competenti di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto del divieto di
assembramenti, in particolare nelle zone ed orari della cd. “movida”;
1.3. è disposta la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l’infanzia di cui
all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e dell’attivita’ scolastica e
didattica in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola
secondaria di primo grado. Resta sempre garantita la possibilita’ di svolgere attivita’ in
presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa
che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilita’ e con bisogni
educativi speciali.
In alcune zone della regione, i sindaci stanno disponendo la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. E’ il caso della Costiera Amalfitana, dove la Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi ha “concordato unanimemente il rinvio dell’apertura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 29 gennaio. I sindaci di ciascun comune provvederanno nelle prossime ore ad emettere singole ordinanze in tal senso”.
Sul fronte opposto, pronti a scendere in piazza il Coordinamento Scuole Aperte Salerno e i Cobas. Ecco la nota diffusa nelle scorse ore:
“Mentre dal Governo centrale il Ministro Bianchi assicura che la Scuola è una priorità per tutta la società e che sono state stabilite le regole per un rientro in sicurezza, dalle Scuole reali emergono tutte le difficoltà perchè le condizioni per tenerle aperte e sicure non sono state realizzate e tutti i provvedimenti che stiamo chiedendo ormai da tre anni sono stati ignorati. Nonostante ciò le Scuole della nostra regione si sono arrangiate alla meglio e hanno garantito la didattica in presenza anche nelle crescenti difficoltà applicando le regole, poco chiare, dettate dai vari DDL. Il governatore della Campania De Luca ovviamente ne approfitta e decide, come negli ultimi due anni, di chiudere le scuole invocando ipocritamente il diritto alla salute solo per coprire le sue responsabilità in merito al disastro sanitario e di tutti i servizi pubblici essenziali della regione e mentre fa carte false per rimanere in zona bianca per far “girare l’economia”. Si sa che tenere chiuse le scuole è nell’immediato dunque l’unica iniziativa a costo zero che però ci costerà moltissimo nei prossimi anni quando si dovranno recuperare tutti i danni provocati dalla reiterata DAD. Dopo due anni chiediamo il conto a tutti, Governo e Regione, di quanto non è stato fatto e non si intende fare per questo, entrati nel terzo anno chiediamo e rivendichiamo ancora provvedimenti immediati e programmi seri per il futuro.
DALLA REGIONE CAMPANIA VOGLIAMO: Una medicina territoriale di prossimità che garantisca le tre T (testare, tracciare, trattare), e in particolare il pieno funzionamento e potenziamento delle USCA – Screening periodici protezione adeguati e gratuiti per garantire il rientro a scuola in presenza, continuità, serenità e sicurezza- Tamponi gratuiti per tutti: alunni, docenti, ATA, famiglie; – Riorganizzazione del TRASPORTO PUBBLICO, con più risorse – Reperimento di spazi ulteriori per le scuole e adeguamento immediato di tutte le strutture esistenti. DAL GOVERNO CENTRALE E DAL MIUR VOGLIAMO:- Indicazioni chiare a salvaguardia del diritto all’istruzione che non aggravino le differenze tra Nord e Sud. Centro e periferie, scuole e scuole- Assunzione massiccia di personale e risorse necessarie per ridurre il rapporto alunni-classe- Presidi di salute per la scuola- Indicazioni chiare e tempestive in merito alla valutazione e agli esami di stato. È il momento organizzare una mobilitazione dal basso che ridia voce ai nostri diritti”.