Difficile, tremendamente difficile, parlare di calcio. Anche perché, quella di ieri, non è stata partita vera. E non solo per lo strapotere di una squadra, l’Inter, che gioca al momento il miglior calcio in Italia.
Guidata, la formazione nerazzurra, da Simone Inzaghi, per settimane, nella lunga estate del 2016, sospeso nel limbo di una sua virtuale investitura da parte di Claudio Lotito a tecnico della Salernitana. Sulla panchina granata, però, il tecnico ora alla guida dei Campioni d’Italia non ci arriverà mai, anche grazie alla “locura” di Marcelo Bielsa, e a un aereo, destinazione Roma, sponda biancoceleste, sul quale ha deciso di non mettere piede a poche ore dalla partenza.
Un turning point della carriera del trainer piacentino probabilmente decisivo, considerato l’ottimo quinquennio alla Lazio, concluso con due edizioni della Supercoppa Italiana e una Coppa Italia messe in bacheca, prima della grande chance a tinte nerazzurre. Vien da chiedersi, l’avrà fatto anche lui, nonostante la scelta decisa di sviare l’argomento a precisa domanda, cosa sarebbe stato se fosse diventato tecnico della Salernitana, poi affidata con alterne fortune, a Giuseppe Sannino.
La partita dicevamo. Uno strazio per i tifosi granata, una passerella nemmeno particolarmente divertente, a dispetto del tabellino finale per i molti sostenitori del Biscione, che dopo un po’ di enfasi per la prima rete, hanno poi preferito forse soprassedere. Ché, e in fondo lo sanno pure loro, quella di ieri partita vera non è stata. Semmai un allenamento a porte aperte (a pagamento, con tariffe da Champions League), una sgambatura per 18mila spettatori, insomma una mortificazione immeritata per un’intera città. E’ stata però talmente abnorme differenza tra le due squadre, oltre al livello minimo di intensità messa in campo dall’Inter per passeggiare sulle macerie della Salernitana, a rendere il tutto uno spettacolo a tratti surreale.
I primi, veri applausi a scena aperta, sono arrivati per uno striscione esposto dal settore ospiti, a firma Curva Nord, “La fede non si svende come al mercato, vicini agli ultras della Salernitana”, a ribadire il monito lanciato ormai da sempre più numerose sponde al mondo delle istituzioni sportive nazionali. Martedì la vera partita si giocherà infatti a Roma, pochi vivranno l’ansia per la trasferta di Udine, quanto invece per un Consiglio Federale della Figc, che vede tra i punti all’ordine del giorno maggiormente attesi la vicenda Trust. Un pasticciaccio cui sarà tremendamente difficile trovar rimedio…