Al Via del Mare, la Salernitana subisce un pesante passivo ad opera dei padroni di casa del Lecce. Il 4-0 finale non decreta soltanto l’eliminazione dei granata dalla Coppa Italia ma fa emergere tutte le lacune di una squadra già penalizzata dal divario con un avversario tecnicamente superiore, che non ha saputo reggere il confronto nemmeno quando si trattava di contenere i danni di una gara pregiudicata da una tenuta difensiva non all’altezza e da una serie di errori madornali.
LA CRONACA DEL MATCH
Lecce in campo con il 4-3-1-2. Tra i pali gioca Gabriel che si aggiudica il ballottaggio con Vigorito. Linea difensiva, partendo da destra, composta da Rispoli, Lucioni, Riccardi e Calderoni. Terzetto mediano affidato alla regia di Tatchsidis e alle mezzali Petriccione e Majer, con Falco a giostrare nella posizione di trequartista. Il compito di finalizzare la mole di gioco è assegnato alla fisicità di La Mantia e alla qualità tecnica di Lapadula. Ventura risponde con l’abituale 3-5-2, confermando ben dieci elementi schierati nella gara contro il Catanzaro. L’unica novità è rappresentata dall’innesto a centrocampo di Akpo, che costringe Maistro a mordere il freno in panchina. Micai tra i pali, linea difensiva composta da Karo, Billong e Jaroszynski, centrocampo con il granitico Di Tacchio accompagnato dalle due mezzali Firenze e, come anticipato, Akpro, sugli esterni il dispendioso lavoro di Kiyine e Lombardi a supporto delle punte Jallow e Giannetti.
Nelle prime battute la Salernitana, per nulla intimidita dall’avversario di categoria superiore, si affaccia in avanti con un’inattesa intraprendenza tentando una conclusione dalla distanza con Lombardi. La sfera termina alta. I granata provano a occupare la metà campo salentina ma le buoni impressioni dell’inizio s’infrangono dopo appena quattro minuti di giochi: su un rilancio di Lucioni, una svirgolata di Billong concede praterie all’accorrente Lapadula che, con un pregevole pallonetto, batte Micai e mette a segno la rete che sblocca la gara. L’errore grossolano di Billong inaugura il monologo giallorosso. Quattro minuti dopo il gol, Lapadula ancora protagonista con un colpo di testa su cui Micai oppone una prontezza di riflessi provvidenziale, successivamente è il direttore di gara a venire in soccorso degli uomini di Ventura annullando la rete realizzata da La Mantia in seguito alla segnalazione di offside. Al sedicesimo è ancora La Mantia a sfiorare il raddoppio con un zuccata sugli sviluppi di un calcio di punizione. Micai alterna come sempre prodezze a ingenuità: al 20′ batte una punizione con approssimazione e costringe Kiyine ad atterrare Falco. Sulla conseguente punizione è lo stesso Micai a farsi perdonare ma la sfera rimane in area granata, una situazione rocambolesca viene sbrogliata da una deviazione su tentativo di Panagiotis Tachtidis. Per un affondo granata bisogna attendere la mezz’ora, con Jallow che tenta di spizzarla senza successo su cross di Kiyine. L’attaccante gambiano cresce sul finale di tempo: prima steso da Majer (ammonito) nel corso di un contropiede, poi con un’iniziativa personale cui manca l’ultimo appoggio per Giannetti. Per tutta la prima frazione di gioco la manovra della Salernitana appare lenta e qualche imprecisione di troppo in fase di costruzione consente al Lecce di scatenare contropiedi potenzialmente letali. L’ultimo in ordine cronologico proprio sul finire di tempo, con Kiyine costretto ad adottare le maniere forti per fermare Falco: inevitabile il giallo esibito nei suoi confronti da Abbattista.
Nella ripresa Salernitana decisamente più in partita. Le progressioni degli esterni Kiyine e Lombardi costringono i padroni di casa a indietreggiare e a cedere metri ma alla prima occasione utile è Lapadula a colpire il palo esterno e a sfiorare il raddoppio. Questione di secondi e nel capovolgimento di fronte Di Tacchio centra il palo con la complicità di Gabriel. Al 60′ tentativo dalla distanza di Kiyine, troppo poco per impensierire l’estremo difensore salentino. Due minuti più tardi matura il raddoppio del Lecce: Falco sfugge a Jaroszyski e supera Micai godendo di una deviazione di Billong. Maistro, nel frattempo subentrato a Firenze, prova scuotere i suoi, in avanti spazio a Calaiò in luogo di uno spento Giannetti. Al 76′ il tris del Lecce a opera di Lapadula, agevolato della marcatura allegra di Jaroszyski, tra i peggiori stasera. Il crollo dei granata è certificato dalla facilità con cui il Lecce penetra in area. Il poker, ormai nell’aria, si concretizza al minuto 81 con un tiro al volo di Majer, servito da Calderoni.
CONSIDERAZIONI FINALI
La squadra ha palesato, all’inizio e nell’ultimo terzo del match, evidenti difficoltà in fase difensiva, soprattutto quando ha dovuto gestire la pressione offensiva esercitata dagli avversari. Leggerezze mentali e approssimative letture tattiche che pongono sul banco degli imputati i singoli ma anche il lavoro collettivo dell’intera fase di non possesso. Assolutamente inguardabile la svirgolata di Billong che ha permesso a Lapadula di sbloccare il match. Primi venti minuti da incubo, all’interno dei quali sono da registrare nuove perplessità sulla capacità di Kiyine nel gestire anche la fase difensiva sulla fascia sinistra. Nella seconda parte della prima frazione di gioco, quando la squadra granata ha iniziato a tenere meglio il campo e a far intravedere alcuni temi di gioco a lei cari, anche la difesa, meno sollecitata, si è disimpegnata meglio ed il match si è sviluppato sui binari di un sostanziale equilibrio. Positiva impressione e gioco arioso evidenziati anche ad inizio ripresa, con la Salernitana che sviluppa un calcio brillante e si rende minacciosa in un paio di occasioni. Euforia crescente che viene però smorzata da nuovi errori individuali (Maistro, Jaroszinski e Kiyine), sui quali il Lecce è abilissimo a costruire una mortificante punizione per gli uomini di Ventura. I salentini imperversano e vanno a segno in altre tre occasioni (Falco, Lapadula e Majer). La squadra, ancora una volta, ha dimostrato che non può deviare da una condotta tattica caratterizzata dalla conduzione delle danze. Troppo fragile dal punto di vista strutturale (la difesa necessita di una sostanziale revisione) per esprimere al momento il giusto equilibrio tra una fase offensiva che lascia presagire interessanti sviluppi e una fase difensiva ancora incapace di governare serenamente gli attacchi avversari.
TABELLINO
LECCE (4-3-1-2) Gabriel; Rispoli, Lucioni, Riccardi, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis (20’ st Tabanelli), Majer; Falco (32’ st Dell’Orco); Lapadula, La Mantia (25’ st Farias). A disposizione: Vigorito, Vera, Haye, Rossettini, Dumancic, Pierno, Dubickas, Gallo, Felici. Allenatore Fabio Liverani
SALERNITANA (3-5-2) Micai; Karo (28’ st Migliorini), Billong, Jaroszynski; Lombardi, Akpa Akpro, Di Tacchio, Firenze (11’ st Maistro), Kiyine; Giannetti (19’ st Calaiò), Jallow. A disposizione: Vannucchi, Russo, Djuric, Lopez, Odjer Cicerelli, Kalombo, Morrone, Carillo. Allenatore Gian Piero Ventura
Direttore di gara: Eugenio Abbattista di Molfetta (Rocca / Vecchi). Marcatori: 4’pt e 31’ st Lapadula, 17’ st Falco, 36’ st Majer. Ammoniti: Majer, La Mantia, Kiyine; Angoli: 4-3; Spettatori: 15956.