Il 16 febbraio del 2020, poco prima dello scoppio della pandemia, in un ristorante ubicato nella zona del porto di Salerno, il re delle cooperative, Fiorenzo Zoccola, attualmente ai domiciliari, incontrava il governatore della Campania Vincenzo De Luca. La cena, spiata dai poliziotti della mobile in servizio di osservazione, che già allora indagavano sugli appalti pilotati, sarebbe stata organizzata da Franco Picarone (attualmente non indagato) che avrebbe sollecitato Zoccola affinché, come riportato nell’ordinanza su Savastano, nell’incontro con De Luca definisse la questione della gara d’appalto, con l’intento di sbrigare la faccenda prima delle elezioni regionali del 2020, inizialmente previste per il mese di maggio.
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del quotidiano ‘La Repubblica’, agli atti figurano anche le conversazioni di uno dei fedelissimi del governatore, Felice Marotta, braccio destro del primo cittadino Vincenzo Napoli e a sua volta indagato per turbativa d’asta, considerato uno dei principali destinatari della richiesta di proroga degli appalti alle cooperative. I preziosi elementi forniti da Zoccola nel corso dei lunghi interrogatori confermano lo schema su cui si basa la contestazione nei confronti del governatore. Il lavoro degli inquirenti prosegue nel riserbo, mentre la politica tace sulla notifica al governatore della richiesta di proroga delle indagini firmata dalla Procura. Il lavoro dei magistrati si concentra adesso sui rapporti tra il governatore e l’imprenditore Zoccola.