Bloccare l’avanzata di Salvini al Sud e costruire un’alternativa capace di offrire orizzonti a un mezzogiorno in ginocchio. Luigi De Magistris, mentre la maggioranza gialloverde precipita nel suo baratro annunciato, scende in campo contro il nemico Salvini. Per fermare il leader leghista che si vuole impadronire del Paese bisogna impedire al suo partito di vincere nei collegi meridionali. L’attuale quadro politico, con un Pd in frantumi al pari del governo, consegna una situazione estremamente liquida e dunque la possibilità per il movimento guidato dal sindaco di Napoli di interpretare un ruolo chiave per l’intero Sud Italia, quello dell’anti salvinismo. Peraltro con i cinque stelle, che fino all’anno scorso avevano costituito l’argine al sovranismo, in piena crisi politica e privi di un’identità all’interno dello scacchiere. La candidatura di De Magistris è il perfetto contraltare politico della Lega sotto un profilo contenutistico, narrativo e, aspetto da non sottovalutare, geografico: la Lega, nonostante il processo di nazionalizzazione, rimane una formazione percepita da una buona maggioranza di meridionali come il partito del Nord. Tutto riporta a un’Italia distante dal mezzogiorno: la sua classe dirigente, il suo stato maggiore, i provvedimenti avanzati, tra cui l‘autonomia differenziata, un colpo al cuore del Sud. Il primo cittadino di Napoli ha affidato a un lungo post su Facebook le sue osservazioni e l’annuncio della sua candidatura: “Nel pieno di un agosto di fuoco il Governo è scoppiato. Sembra imminente la consumazione definitiva di un’esperienza politica e di governo complessivamente dannosa per la tenuta democratica del nostro Paese. Potrebbe aprirsi la prospettiva di un governo con una nuova maggioranza parlamentare, verosimilmente 5S-PD. Un Governo istituzionale di transizione verso il voto. Vedremo. Nulla è impossibile ai tempi del nulla politico. Se il Presidente della Repubblica, garante degli equilibri costituzionali, dovesse ad un certo punto maturare, invece, la scelta dello scioglimento della Camera e del Senato, ritengo sia venuto il nostro momento per candidarci alle politiche”. Quello di De Magistris assume i toni di un manifesto politico quando il sindaco della città di Partenope si sofferma sui pericoli che corre il Paese, minacciato da una destra regressiva al servizio dei potenti, alla quale bisogna opporre un fronte popolare democratico di liberazione, una coalizione civica nazionale che possa finalmente puntare, dopo oltre 70 anni, all’attuazione della Costituzione: “Il rischio concreto che senza la costruzione di un’alternativa politica l’Italia venga governata da una coalizione di destra come mai è accaduto nella storia della Repubblica. Salvini si candida ad essere il leader della nuova destra per guidare il Paese. È un uomo che ha fiuto, sa comunicare, sa stare tra la gente, ma anche ai tavoli istituzionali. È sessista, razzista, violento sul piano politico ed istituzionale, tutt’altro che trasparente, men che mai il nuovo nella politica. Si ispira a Mussolini, chiede poteri speciali, abusa di apparati di Stato per farsi vedere come l’uomo forte al comando, gli piace mostrare i muscoli con i deboli, per poi essere un docile agnellino, un maggiordomo di riguardo per tutti i poteri forti che non ha mai contrastato, anzi ne fa parte a pieno titolo. Non ha mai fatto nulla per contrastare corruzioni e mafie, nemmeno da ministro dell’interno. Politicamente, anzi, sdogana truppe di impresentabili. Per sconfiggere Salvini e la sua armata, devono scendere in campo persone coerenti e credibili e programmi forti, chiari ed attuabili, in grado di unire il Paese, nelle sue differenze. Questa è la sfida. Salvini vuole stravolgere, fino a demolire la Costituzione, il fronte dell’alternativa deve non solo difendere, ma attuare la Costituzione. Io ci sono. Mi sento pronto e molto carico per costruire l’alternativa e sono contento – se la situazione dovesse precipitare nelle prossime settimane- di partire proprio da sindaco di Napoli. La mia città, con le quattro giornate del 1943, fu la prima in Europa a liberarsi dall’occupazione nazifascista con una rivolta popolare. Dobbiamo anche oggi combattere, per gli stessi valori, non con le armi, ma con schiena dritta, coraggio, sguardo lungo, passione, qualità che gli italiani, in determinati momenti storici, hanno dimostrato di possedere. Gli eversori vanno fermati perché la Costituzione si difende costi quel che costi. Quando verrà il momento dello scioglimento delle Camere si dovrà agire ovunque, metro per metro, per costruire alleanze e acquisire consenso”.
Il manifesto redatto da De Magistris a mezzo social ha provocato ulteriori spaccature in un Pd dilaniato dall’ipotesi di un’imminente scissione per opera dei renziani. De Magistris in questi mesi ha intrecciato rapporti con esponenti di spicco del Pd a livello nazionale come il collega di Milano Beppe Sala, a dispetto dell’annosa rivalità con il governatore De Luca. In una fase di incertezza totale, innanzitutto per le sorti del partito, la discesa in campo di De Magistris riscuote nel campo democratico aperture e chiusure, a conferma della cronica divergenza di visioni all’interno di un quasi ex partito. Il responsabile per il Sud, Nicola Oddati, si è mostrato interessato a quanto esposto da De Magistris: “Prima il dialogo e poi le candidature. Ma io non rifiuto il dialogo”. Mentre la renziana Valeria Valente, già candidata alla poltrona di sindaco di Napoli alle scorse comunali, taglia netto: “Non vorrei che il caldo di agosto stia giocando brutti scherzi. Alleanza con Dema ipotesi suicida”. Nel frattempo lo staff di De Magistris sta lavorando per valutare i tempi dell’eventuale conclusione anticipata del suo secondo mandato a Palazzo San Giacomo. Dopo otto anni di governo, Dema è pronto a battersi per il Paese.