Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto infrastrutture. In particolare, il provvedimento contiene alcune norme promosse dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, volte a superare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud.
Il decreto rilancia il “piano di perequazione infrastrutturale per il Sud”, già previsto dalla legge sul federalismo fiscale, ma mai decollato. Il fondo perequativo prevede 4,6 miliardi di euro da utilizzare tra il 2022 e il 2033 per colmare il divario di infrastrutture tra le aree del Paese. L’utilizzo del Fondo perequativo infrastrutturale, pari a 4,6 miliardi di euro da utilizzare tra il 2022 e il 2033 e riservato a colmare il divario di infrastrutture tra le aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, è rimasto finora bloccato dalla difficoltà a procedere concretamente con la ricognizione delle opere esistenti e, quindi, con la definizione del gap da recuperare.
Si tratta di “una svolta nel superamento delle diseguaglianze tra Nord e Sud e nel riscatto delle regioni meridionali“, ha commentato il ministro Mara Carfagna. “Con le misure approvate oggi cominciamo a demolire il Muro invisibile che divide il Mezzogiorno dal resto del Paese in materia di infrastrutture, edilizia scolastica, progettazione territoriale”.
Un Fondo per i concorsi di progettazione e idee nei piccoli Comuni del Sud e delle aree interne
I Comuni fino a 30mila abitanti del Sud e delle aree interne (circa 4.600 in totale) avranno a disposizione le risorse per indire concorsi ai quali invitare ingegneri, architetti o progettisti per acquisire progetti in ambito urbanistico e di innovazione sociale. In questo modo, potranno prepararsi al meglio per partecipare ai bandi finanziati con le risorse del PNRR, dei Fondi strutturali europei e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Di conseguenza, i concorsi indetti dovranno essere coerenti con le finalità previste da questi ultimi.
In particolare, il Fondo prevede una dotazione di oltre 123 milioni di euro, che garantirà un finanziamento fino a 5.000 euro per ciascun concorso promosso dai Comuni fino a mille abitanti e fino a 10.000 euro per ciascun concorso di quelli fino a 30mila abitanti. Una quota del 5% è riservata come meccanismo premiale per i concorsi indetti da unioni di Comuni. I progetti vincitori dei concorsi potranno inoltre accedere a una ‘corsia preferenziale’ per il finanziamento nell’ambito delle politiche di coesione.