Capita che a volte qualche funzionario amministrativo o qualche ente pubblico diano sfogo a libera interpretazione della legge, lanciandosi in decisioni repentine o addirittura senza un senso facilmente individuabile.
Non è l’inizio di una barzelletta, ma quello che è successo ad alcuni cittadini italo-brasiliani del Comune di Floridia, in provincia di Siracusa in Sicilia.
Alcuni funzionari pubblici e un’agenzia del comune siracusano, che si occupa di pratiche per la richiesta di cittadinanza italiana, sono stati indagati e condannati in primo grado con pene da 3 ai 6 anni di reclusione, per i reati di corruzione e immigrazione clandestina.
Ma successivamente a tale condanna, la Questura di Siracusa ha emesso una nota al Comune di Floridia, invitando l’amministrazione a revocare la “cittadinanza italiana acquisita da cittadini brasiliani nel periodo 1 novembre 2015 – 18 maggio 2017 in quanto la documentazione risulta inattendibile, inficiando l’autenticità delle pratiche relative alle concessioni suddette”.
La Questura di Siracusa sembra così aver “liberamente” interpretato un “automatismo” <<tra la condanna in primo grado del titolare di Agenzia e l’inattendibilità della documentazione posta a base del titolo>>, come si legge anche nel comunicato stampa degli avvocati difensori. In altre parole sembra fosse “ovvio e scontato” che tra il 1 novembre 2015 e il 18 maggio 2017 tutti i brasiliani avessero ottenuto la cittadinanza italiana in modo illecito nel Comune di Floridia.
Un automatismo che, anche ai meno esperti di giurisprudenza, risulterebbe un po’ azzardato quanto potenzialmente lesivo, nei confronti dell’integrità di tutti coloro che invece sono realmente all’oscuro di quanto accaduto e in buona fede.
<<I ricorrenti e i loro ascendenti (i cittadini brasiliani, ndr) erano totalmente estranei ad ipotesi di condotte penalmente rilevanti, sia a livello di agenti, sia a livello di concorrenti, confermato dal fatto che gli stessi non siano stati coinvolti in alcun modo nel procedimento penale che ha poi portato alle condanne dell’agenzia>>, sottolineano gli avvocati difensori, Francesco Liguori e Valentina Savastano.
Il titolo di cittadinanza dei ricorrenti non era infatti neanche tra quelli in oggetto di accertamento, né i loro nomi risultano tra quelli attenzionati nella sentenza penale. Insomma non c’era e non c’è <<alcun procedimento innanzi alle Autorità competenti volto a contestare l’autenticità della documentazione>> messa in discussione.
Le richieste degli avvocati Liguori e Savastano, che rappresentano i cittadini italo-brasiliani coinvolti, hanno infatti avuto piena ragione da parte dell’Ufficio di Stato Civile del Comune di Floridia, che ha archiviato l’avvio del procedimento di revoca della cittadinanza italiana.
Resterebbero da comprendere i motivi dell’operato della Questura di Siracusa: lungi da noi metterne in discussione capacità e competenze, ma sarebbe utile capire in base a quale principio fosse stato presupposto questo automatismo, rispetto ad un diritto fondamentale come quello della cittadinanza.