In Campania, su 31 punti monitorati, oltre la metà supera i limiti di legge: sono sedici quelli giudicati fortemente inquinati e uno inquinato. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare. Con record assoluti, situazioni che nonostante gli esposti dell’associazione e i controlli delle forze dell’ordine mostrano un inquinamento ormai cronico: è il caso ad esempio la foce del fiume Irno a Salerno, così come della foce del torrente Asa a Pontecagnano giudicati “fortemente inquinati” per il decimo anno consecutivo.
È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste campane dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.
In particolare, in Campania i dati resi disponibili dall’Arpac, relativi ai controlli svolti nel 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, confermano la cronica criticità della situazione.“Anche i controlli effettuati dall’Arpac rendono bene la gravità della situazione della depurazione in Campania dove, di fronte a quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – poco o niente è stato fatto dalle istituzioni. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nelle agende della classe politica regionale. È ora che la Regione Campania metta in atto al più presto un’adeguata ed efficace azione di prevenzione, piuttosto che attendere il conclamarsi delle varie crisi che puntualmente colpiscono il territorio come l’emergenza sul fronte della depurazione. “
Nelle scorse settimane, la sofferenza degli ecosistemi fluviali campani, a causa del deficit depurativo e degli scarichi illegali legati soprattutto ad attività agricole e industriali, si è manifestata sempre con più evidenza. Tantissime sono state le segnalazioni per la presenza di scarichi e anomalie lungo i corsi fluviali da parte di cittadini ed enti di tutta la regione, indicando casi che spesso si riscontrano nei monitoraggi Arpac. Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici tra il 14 e il 18 luglio) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
In provincia di Salerno, su tredici punti monitorati, dieci sono risultati “fortemente inquinati”: ad Atrani, alla foce del torrente Dragone; a Salerno, in località lungomare Clemente Tafuri, alla foce del fiume Irno, sulla spiaggia presso via Mantegna, e nel punto tra Salerno e Pontecagnano Faiano, in località Torre Picentina, alla foce del fiume Picentino; a Pontecagnano Faiano, in località via mare Jonio/lungomare Magazzeno, alla foce del Torrente Asa; nel punto tra Pontecagnano e Battipaglia, alla foce del Tusciano; a Eboli, in località Marina di Eboli, alla foce del canale di scarico; a Capaccio, in località Laura, alla foce del rio presso via Poseidonia 441; nel punto monitorato in località Torre di Paestum Licinella, alla foce capo di fiume e in quello tra Capaccio e Agropoli, alla foce del fiume Solofrone; a Centola Caprioli/Baia degli Angeli, alla foce rio presso la spiaggia.
Permangono, poi, le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria per ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Su trentuno punti monitorati, i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello soltanto in un punto.