“Se la situazione sanitaria si fosse davvero tanto aggravata, come l’Unità di Crisi afferma, allora sarebbe necessario che, assieme alle scuole, chiudessero anche gli uffici, gli esercizi commerciali, le chiese, i bar e i ristoranti. L’andamento dell’epidemia nella nostra regione, però, è tale da farla rimanere ancora in zona gialla”. E’ quanto riportato nella nota diffusa dal Coordinamento Scuole Aperte Campania in risposta all’esito della riunione tenutasi ieri presso l’Unità di Crisi in relazione al mondo della scuola. Al termine dell’incontro, valutato il costante e crescente aumento dei casi registrati in tutte le fasce d’età, l’Unità di Crisi della Regione Campania ha inviato a tutti i Prefetti e ai Sindaci il grave quadro epidemiologico regionale registrato, in termini generali, nonché in ambito scolastico, affinché si valuti per ogni singola realtà locale il necessario passaggio alla didattica a distanza fino alla fine del mese di febbraio.
“Il comunicato stampa diramato dall’Unità di Crisi della Regione Campania in data 9 febbraio 2021 non ha in alcun modo modificato le disposizioni normative vigenti in Italia e in Campania in tema di contrasto alla diffusione del Covid 19, né tantomeno ha conferito poteri ulteriori o speciali ai sindaci. Questi ultimi sono quindi tenuti ad operare nei limiti delle loro competenze, indicate dal TUEL (Testo Unico Enti Locali), e nel rispetto di quanto ultimamente stabilito dal Tar Campania (sezione quinta) nei decreti 142 e 153 del 2021 – scrivono dal Coordinamento – E’ bene richiamare sinteticamente quanto decretato dal TAR: premesso che il quadro di protezione per la gestione della pandemia è stato approntato dal governo centrale attraverso le misure contenute nei DPCM, eventuali interventi ulteriori da parte dei Presidenti di Regione o dei sindaci sarebbero ammissibili solo ove si verificassero eventi: effettivamente contingibili, ossia imprevedibili, ma la situazione sanitaria attuale non ha più nulla di imprevedibile; di durata limitata, ma la pandemia è purtroppo destinata a durare ancora a lungo; non previsti e non regolati da altri atti, ma i DPCM contengono già le disposizioni da applicare nella gestione della pandemia, in tutte le regioni italiane”.
I No Dad invitano sindaci e prefetti incaricati di amministrare la questione con senso di responsabilità ed equilibrio, monitorando con attenzione la situazione nei vari territori, e senza assumere provvedimenti sproporzionati o irrazionali, “contro i quali, ovviamente, agiremmo con tutti gli strumenti legali disponibili”.
“La chiusura delle scuole – concludono – non può continuare a essere la sola misura di contenimento del Covid 19 in Campania. Non è possibile che l’unico diritto compresso sia, ancora una volta, quello all’istruzione”.