La chiusura per molti di loro rappresenta un colpo di grazia. L’ordinanza con la quale il governatore De Luca ha stabilito di bloccare il passaggio in zona gialla, prorogando la fascia arancione fino a gennaio, è stata duramente contestata dai ristoratori e dalle associazioni di riferimento. Episodi di protesta, veicolati da un malessere diffuso all’interno della categoria, sono sfociati in veri e propri assembramenti. A Napoli i blocchi stradali hanno costretto le forze dell’ordine a un risolutivo intervento, capace questa volta di sedare gli animi e di scongiurare una guerriglia come quella del 23 ottobre nella zona di Santa Lucia. Per le associazioni di categoria le misure assunte da Palazzo Santa Lucia, oltre ad essere contraddittorie, sono pure inefficaci: “Chiudere bar, locali e ristoranti quando altre realtà sono aperte non scongiurerà gli assembramenti e non ridurrà i contagi, ne deriva che un simile provvedimento non risponde ad una reale esigenza di tutela della salute. Ciò che invece è certo è che provocherà danni gravissimi all’economia della Campania”. Confcommercio Campania intanto ha chiesto anche l’intervento immediato dei prefetti affinché uniformino la situazione della regione al resto d’Italia anche alla luce degli attuali dati sanitari che fotografano un miglioramento rispetto alle ultime settimane.
La risposta della Regione Campania non si è fatta attendere. Palazzo Santa Lucia ha immediatamente convocato nel pomeriggio di ieri una riunione con i rappresentanti delle Camere di Commercio per avviare da subito le attività finalizzate al riconoscimento dei ristori per le spese di approvvigionamento sostenute in vista della riapertura delle attività, inibita per effetto dell’Ordinanza n.98 del 19 dicembre 2020, nonché per l’istruttoria relativa ai ristori statali per le misure restrittive precedentemente disposte dai vari provvedimenti adottati dal Governo e dalla Regione.
“Saremo vicini – ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Luca – e daremo tutto l’aiuto possibile agli operatori la cui attività viene bloccata. Ma è doveroso mantenere una linea di rigore e di responsabilità. Sarebbe inaccettabile che per il rilassamento di pochi giorni si perdesse tutto il lavoro fatto per contenere l’epidemia. Sarebbe assurdo riprendere le attività per poche ore per poi doverle sospendere per mesi interi a fronte di un riesplodere del contagio. Aiuto doveroso per chi ha bisogno ma comportamenti responsabili da parte di tutti. Chiederemo a ogni nostro concittadino di aiutarci per salvaguardare un futuro di lavoro stabile e definitivo”.