Un brutto ko che interrompe la corsa della Salernitana di Fabrizio Castori. Al Rigamonti il Brescia del nuovo tecnico Davide Dionigi travolge la squadra con l’ippocampo sul petto, (3-1 il risultato finale), messa sotto sin dai primi secondi di gioco, e mai realmente in partita. Sconfitta netta, meritata, per Tutino e compagni, che non sono mai stati capaci di rendersi pericolosi in fase offensiva, e in difesa hanno ballato le pene dell’inferno.
Il Brescia parte e ritmi altissimi, mettendo dopo già pochi secondi in crisi la retroguardia granata. E’ un assedio, e Belec, dopo aver respinto i tentativi di Torregrossa prima e Martella poi, si deve arrendere al tap-in di van de Looi, che al 3’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo deposita in rete dopo il primo intervento di Dessena, pure respinto dal portiere granata. Il vantaggio demoralizza gli ospiti, galvanizzando, ancora di più, gli uomini di Dionigi, all’esordio sulla panchina del Brescia, ereditata appena due giorni fa. Torregrossa regala giocate da categoria superiore, e dopo un numero d’alta classe avvia l’azione del raddoppio lombardo, premiando la discesa sulla destra di Sabelli, che mette al centro trovando la maldestra respinta di Bogdan, sul quale Spalek si avventa con voracità e di testa fredda ancora Belec (21’). Incapaci di imbastire una reazione degna di nota, gli uomini di un Castori furibondo in panchina, tremano a ogni imbeccata degli avversari, che sfiorano due volte il tris, con Jagiello prima (ancora decisivo l’estremo difensore sloveno), e Sabelli poi, che centra il palo da buona posizione. Saelrnitana? Non pervenuta, almeno nei primi 30’, e ci vuole un pizzico di fortuna, oltre che di furbizia, per trovare l’occasione di riaprire il match. Di Tacchio si impossessa della sfera in area di rigore a seguito di una mischia, accentuando palesemente un dubbio contatto che per l’arbitro valuta da rigore, trasformato da Tutino al 43’. Nonostante si ritrovano miracolosamente in partita, nella ripresa i granata non riescono a rompere il ghiaccio in fase offensiva, pur con l’ingresso di Andrè Anderson al posto di Cicerelli, la manovra dei calciatori con l’ippocampo sul petto appare farraginosa e priva di spunti. Di azioni pericolose dalle parti di Joronen nemmeno l’ombra, anzi è il Brescia che a un quarto d’ora dalla fine trova il tris, grazie a un pasticcio di Belec. Proprio il brasiliano avvia il contropiede dei padroni di casa con un’apertura lenta e prevedibile, Bjarnason arriva indisturbato fin dentro l’area di rigore, Dziczek temporeggia, e l’islandese lascia partire un piattone abbastanza prevedibile, che però l’estremo difensore granata si lascia passare sotto la mano, cancellando quanto di buono fatto fino ad allora.
Il resto di gara è accademia, con la Salernitana già proiettata mentalmente alla sfida di martedì con il Lecce, e sicura dell’assenza di Francesco Di Tacchio, diffidato e ammonito. Servirà tutt’altra squadra, al netto del forfait del capitano, per tener testa a una delle formazioni più attrezzate del campionato.