La quarantena può sembrare dura. Trascorrere giornate intere in casa, abituati ad una vita frenetica e dinamica, può risultare difficile. Ma se la prendessimo come un’opportunità? Un’opportunità per fare le cose che avremmo sempre voluto fare ma che – per mancanza di tempo, soprattutto – non siamo mai riusciti a fare. Per trascorrere del tempo in compagnia di noi stessi (che non è mai una cattiva idea), imparando magari a conoscerci meglio. Per ritrovare la calma che la frenesia quotidiana ci toglie ogni giorno. E, perché no, fare tutto questo con un buon sottofondo musicale è consigliato. La musica ci aiuta spesso a ritrovare noi stessi, anche più del silenzio a volte.
Ecco 10 album da ascoltare (e riascoltare) in questi giorni di “pseudosolitudine”:
- Tananai – Piccoli Boati. Pubblicato il 21 febbraio 2020, il primo lavoro di questo cantautore emergente è davvero un colpo al cuore. Autobiografico, parla dell’evoluzione dell’amore: partendo dall’innamoramento si arriva alla fine, al cuore spezzato, alle ferite che faticano a chiudersi del tutto, alle cicatrici indelebili, alla difficoltà di riaprirsi e di fidarsi di nuovo. Chiunque ci è passato, chiunque può riconoscersi, sentirsi meno solo, più compreso.
- Diodato – Che Vita Meravigliosa. Pubblicato il 14 febbraio 2020 – a meno di una settimana dalla vittoria del cantante a Sanremo – questo album non necessita di molte parole. Va ascoltato tutto, dall’inizio alla fine. Ogni parola va assaporata. Ogni strofa ci può insegnare qualcosa sulla vita e, perché no, anche su noi stessi, fino a far emergere quei pensieri che teniamo nascosti dentro di noi e che non diciamo (neanche a noi stessi).
- Brunori Sas – Cip! Pubblicato il 10 gennaio 2010, è il quinto album del cantautore. Brunori è di sicuro uno dei maggiori talenti italiani, che con la sua penna riesce a disegnare emozioni pure. Gli 11 brani che compongono il lavoro sono un crescendo. Un crescendo di sensazioni, di riflessioni. Riescono a farti aprire gli occhi sulla realtà. Riescono a farti ragionare.
- Agnes Obel – Aventine. Pubblicato il 30 settembre 2013, entra di diritto in questa lista. Dobbiamo andare indietro di qualche anno. Ma ne vale davvero la pena. Questa – meravigliosa – artista danese non è molto conosciuta in Italia… Ma meriterebbe di esserlo. Alcune cose vanno specificate. Partendo dal fatto che musica e testi sono frutto del suo lavoro. Che confeziona ogni brano con estrema cura e precisione. Che questo album prende il nome dall’Aventino (uno dei colli di Roma)… Questo lavoro ti trasporta in un altro mondo. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi in un’altra dimensione. Ed in questo periodo ne abbiamo davvero bisogno tutti.
- Sigur Ros – Valtari. Pubblicato il 23 maggio 2012 (in Italia ed in altri paesi il 28), forse al primo ascolto non tutti riescono a comprenderlo. Vi basti sapere che la band islandese – conosciuta soprattutto per il singolo “Hoppipolla” del 2005 (se il titolo non vi dice niente ascoltatela e capirete di cosa si tratta), ha creato addirittura una nuova lingua. Ebbene sì, si chiama “vonlenska” e significa “lingua della speranza”. È costituita da sillabe messe insieme per la loro musicalità e la loro capacità di incastrarsi nella melodia, perché per loro anche la voce è uno strumento. In questo album utilizzano la loro lingua madre (anche se su 8 brani, 3 sono strumentali). Ma l’emozione che dà la loro musica è unica sempre.
- Bon Iver – For Emma, Forever Ago. Pubblicato nel 2007 autonomamente dalla band (ma distribuito nel febbraio 2018 tramite l’etichetta discografica Jagjaguwar), questo album contiene “Skinny love”, coverizzato poi da Birdy nel 2011. Chi dice di non averla ascoltata neanche una volta nella vita probabilmente mente. E contiene altri 8 brani meravigliosi. Un tripudio di emozioni.
- Motta – Vivere o morire. Pubblicato il 6 aprile 2018, ci permette di rimettere piede in terra italiana. Qualcuno ricorderà l’artista per la sua partecipazione alla 69esima edizione di Sanremo (con il brano “Dov’è l’Italia”). Ma in realtà Motta è molto di più. Motta è – in gran parte – quello che possiamo ascoltare in questo album. Qui c’è la sua parte più intima, quella più fragile. Emergono sentimenti, emozioni. Convivono amore, delusione, nostalgia. L’ultima traccia in particolare, “Mi parli di te”, una lettera aperta a suo padre, è un pugno nello stomaco. Non a caso questo album nel 2018 ha vinto la Targa Tenco come “Miglior disco in assoluto”.
- Keaton Henson – Birthdays. Pubblicato il 25 febbraio 2013, è un album tutto da scoprire. Cantante e poeta (ed in un certo senso anche pittore), Henson è un artista a 360°. Non a caso, i suoi testi sono vere e proprie poesie (vedi “You), capaci di risvegliare emozioni che pensavi fossero ormai accantonate. L’artista in questo lavoro si mette a nudo e spoglia gli ascoltatori delle loro corazze.
- Queen – A night at the opera. Pubblicato nel 1975, non necessita di descrizioni. Probabilmente la maggior parte di voi lo avrà ascoltato già, ma perché non approfittare di questi giorni per riascoltarlo tutto? C’è bisogno di buona musica.
- Pink Floyd – The Wall. Pubblicato il 30 novembre 1979, è uno degli album che ha scritto letteralmente la storia della musica. Galeotto fu uno sputo. Ebbene sì, era il luglio del 1977 quando, durante un concerto allo Stadio Olimpico di Montrèal, Roger Waters si sentì talmente infastidito dalle urla del pubblico, che sputò su uno di loro. Da qui, le sue domande sulla distanza che c’è tra la band ed il pubblico, che portarono alla creazione di Pink, un artista immaginario (ma non del tutto). Un personaggio con un trascorso difficile: partendo dalla sua infanzia, segnata dalla morte prematura del padre in guerra quando aveva solo pochi mesi e dall’iperprotettività della madre, fino ad arrivare alla maturità, all’alienante vita da rockstar, alle grottesche avance delle groupies, al divorzio dalla moglie. Trascorso talmente difficile da portarlo ad alzare un muro (psicologico). Il resto è storia.