Manifesto

Paese Sud, oltre a essere il nome della nostra testata, rappresenta una duplice compenetrazione di grandezze. Del sistema paese con la marginalità delle zone insaccate nel suo ventre, il cosiddetto ‘Profondo Sud’, o del divario, già intestino al meridione, tra i centri urbani e la provincia costellata di paesi.
Le ammaccature della globalizzazione esortano a ripartire dal Sud, dalla provincia di Salerno e dalle zone limitrofe, da una provenienza deputata al racconto di una terra, delle sue bellezze e delle sue sofferenze, nel tentativo di addentrarsi, così, in ogni epicentro di vita organizzata, nel nucleo delle esperienze produttive, aziendali, sociali, enogastronomiche, culturali. Un’opera che mira ad attraversare le questioni cruciali del nostro tempo: sociale e generazionale, ambientale e occupazionale, assistenziale e migratoria. Ci permetterà di scandagliare i territori e i loro modelli di sviluppo documentando, nel complicato passaggio generazionale, le realtà emergenti, le energie nascoste. Senza tuttavia abdicare alla riscoperta delle tradizioni popolari, di cultura e tipicità, degli eventi e dei festival che chiamano a raccolta intere comunità. Un intento, il nostro, che risponde anche alla necessità di divulgazione culturale, di ereditare memoria, di ricevere gli echi lontani di un Sud generatore di storie, dove la bellezza affiora nelle crepe dei secoli, negli stenti di un’umanità resistente.
Riserveremo ampio spazio anche alla politica. Alle sue forme e ai suoi linguaggi. Ai volti e ai contenitori che si avvicendano sulla crosta del paese fino a penetrarne la carne viva.
Nell’ambito di un format generalista, andare oltre la notizia costituirà lo scopo. Rispettare questo presupposto non implica necessariamente il ricorso unico a figure votate al mestiere. Diversamente, seguiteremo a circondarci di giovani intelligenze, raccogliendo quelle voci che non si fermano aldiquà dell’acquisito, che setacciano il proprio posto scorrendone a ritroso ogni registro che lo riguarda, testimoniandone i cambiamenti nel solco del tempo. Con un’idea ben precisa: l’informazione, quando serve, deve saper prescindere dalla dittatura dell’immediatezza, dal battito di ciglia spesso preludio di oblio nel mare magnum del web.
Il taglio analitico di alcune sezioni accarezza un’idea di giornalismo inteso come contributo al dibattito: aiutare il lettore a orientarsi nel disordine, fornire idee e strumenti, chiavi di lettura adeguate a un mondo in continua evoluzione e sempre più ingovernabile, alla cui complessità si preferisce talvolta imboccare, erroneamente, la strada della semplificazione. Paese Sud convoglierà le sue risorse migliori nel dinamismo di un’entità narrante in circolo per la provincia, senza perdere di vista le vicende politiche nazionali svelte a discendere, con il loro carico e la loro incidenza, nelle dinamiche che regolano il paesaggio sociale delle aree meridionali.
Al lettore la promessa di una totale dedizione, di un lavoro instancabile di responsabilità e verifica, di perseverare nella volontà di esplorare le vicende che riguardano la collettività, di calarci nei contesti a noi vicini per coglierne i tratti multiformi, accertarne le istanze reali, denunciarne le condizioni. Di offrire un servizio sempre più coniugato a un valore civile. Oggi più che mai destinato a vigilare sullo stato della nostra democrazia. L’arma dell’informazione, per arginare la regressione culturale in atto nella nostra società e il declino dell’opinione pubblica e del senso comune.
Per contribuire a un percorso di riscatto dei territori del mezzogiorno.