Home Sport Lo sguardo di Ago Ribéry: un’utopia all’Arechi

Ribéry: un’utopia all’Arechi

Il calcio rimanda a tanti piccoli gesti, abitudini come ad esempio il pacchetto di figurine: quelle dei celeberrimi doppioni, quelle mitologiche per la difficoltosa ricerca (ricordo la mia generazione impazzire per trovare Poggi e Volpi) ed infine quelle dei campioni.

Quest’ultime mi capitava di lasciarle così per qualche secondo sulla pagina della mia squadra: ipotizzando scenari idilliaci per la mia Salernitana.

Con l’arrivo di giochi di calcio per la Play Station, dai manageriali a quelli con una grafica sempre più realista, questa immaginazione di voler cambiare i destini dei calciatori e dare una dimensione diversa alla mia squadra del cuore: è diventata una virtuale realtà. Stagioni e stagioni calcistiche che con costanza e stabilità vedessero la mia Salernitana, conquistare trofei su trofei riuscendo ad essere vincente non solo in Italia anche in Europa. Se si deve fantasticare che lo si faccia come si deve.

Una settimana fa dopo le due sconfitte in campionato e un calciomercato deficitario, arriva una notizia che ci scuote e allo stesso tempo però con diffidenza smontiamo in cuore nostro: “Ribéry vicino alla Salernitana”. “Può mai essere vero? Viene proprio a Salerno?”. In fondo, si è pensato tutti all’inizio che fosse una notizia da clickbaiting come tante che girano durante il calciomercato.

Le voci su questa notizia, però, prendono i contorni di un’attendibilità concreta, diffuse da addetti stampa sempre più importanti: iniziamo a pensarci davvero che possa accadere oltre le prime titubanze. Allora tanto per rinfrescarmi la memoria, vedo il palmares di Ribéry oltre a soffermarmi sulle sue giocate immortalate in molti video in rete, rivedo quelle coppe e quei trofei che noi non abbiamo mai visto vincere a nessun calciatore transitato in questi anni:

Campione d’Europa con il Bayern Monaco, Campione del Mondo per club, 9 volte Campione di Germania così giusto per citare alcune sue vittorie: 25 trofei vinti nei suoi 20 anni e passa di carriera. Vice campione del Mondo nel 2006 con la sua Francia. Questo lunedì è arrivata l’ufficialità: Franck Ribéry è un calciatore della Salernitana. L’eco mediatico si amplifica e si estende a macchia d’olio sui social, sulle riviste, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Senza che questa asserzione risulti essere un’iperbole.

Le figurine non le colleziono da un po’ e la Play Station non ha quel ruolo apicale che avesse avuto nei pomeriggi invernali quando si organizzavano tornei tra amici: quante volte è capitato di segnare allo scadere con il gol del calciatore più forte. Quante volte chi fosse tifoso delle squadre più blasonate mi abbia detto:” quando lo vedrete mai giocare un calciatore così lì all’Arechi?”. Pensare poi che in quelle partite infinite con la maglietta del Bayern mi abbia segnato contro proprio il numero 7, facendomi perdere l’ennesima bella alla play: ora fa un certo effetto.

La fantasia riesce a conciliarsi con la realtà.

Una stella del calcio che rimarrà come uno dei più forti calciatori di questi decenni, approda in Provincia, incontrando le sorti di una squadra che non annovera trofei di caratura nazionale; tuttavia, ha nell’appartenenza a quei colori il segno tangibile del suo essere.

Dove trovare un punto di incontro tra due destini così diversi?

La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: sul rettangolo di gioco.

Ribéry può dare quella classe cristallina alla squadra nonostante l’età non gli dia la prestanza dei vent’anni; il valore aggiunto dentro uno spogliatoio con la sua classe e la sua esperienza. Le sue idee chiare espresse alla presentazione sull’obiettivo salvezza, incontrano l’entusiasmo e l’incredulità dei tifosi, di chi ancora non creda ai propri occhi: dai tifosi più grandi che non abbiano mai visto un campione così internazionale con quella maglietta; dai più piccoli che possano ora  avere la possibilità di vivere un sogno.

Ribéry scoprirà la Provincia del calcio dove la passione è un propulsore generazionale di legame tra città e la sua squadra oltre i risultati sul campo, oltre i fallimenti, oltre qualsiasi avversità; Salerno scoprirà un Campione che si è dato una sfida importante, piena di significato non scegliendo mete più semplici e più remunerative.

Ici c’est Salerno, Monsieur Ribéry. Il suo arrivo è storia, il suo cammino potrà tramutarsi in leggenda ed essere raccontato nel corso dei decenni: per ricominciare la narrazione, ogni volta che un bambino deciderà di indossare la maglia granata e per i vicoli di Salerno dare un calcio ad un pallone. Sognando di essere quel calciatore francese che quel lunedì del 6 Settembre 2021 decise di coronare un trasferimento che fino ad allora sarebbe stato possibile solo alla Play Station. Quella volta però il numero 7 arrivò fino sotto alla Sud dell’Arechi senza l’ausilio di un joystick: fu l’utopia di una Provincia che sognò ad occhi aperti e console spenta.