Nel decennio appena trascorso si sono ulteriormente dilatati i divari territoriali. Mentre il recupero dell’occupazione al Centro-Nord ha contribuito a ripristinare la situazione pre-crisi, nel Mezzogiorno il saldo occupazionale è ancora fortemente negativo (- 240mila; -4%). I dati impietosi hanno indotto lo Svimez a indicare un elevato rischio recessione per il Mezzogiorno già dalla prima metà di quest’anno. Dalla fotografia scattata dall’Istat, emerge un Sud Italia fermo per crescita economica, occupazionale e demografica. Ai problemi strutturali si aggiungono i cinque trimestri di stagnazione che l’Italia rischia di collezionare, e che spargono timori in merito alla crescita. Secondo l’Istat la possibilità di contrazione del Pil nel secondo trimestre è “relativamente elevata”. Se le stime saranno confermate, per l’anno in corso si prospetta una crescita pari allo zero. La crescita stenta dal secondo trimestre del 2018, e solo nel primo trimestre del 2019 ha registrato un timido segno più (+0,1%). Un andamento dell’economia condizionato dal calo della domanda estera, riassunto nel rallentamento delle esportazioni. Anche la produzione industriale ha registrato un significativo rallentamento, frutto di una flessione congiunturale.
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